DIETRO LE OLIMPIADI
Vesprino
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( nel 2011 ha vinto il Premio Mondello con “La mia casa è dove sono” edito da Rizzoli ) nel suo blog Pubblico, andando incontro con consapevolezza allo stupro inevitabile, arrivando ultima, che nelle Olimpiadi di Pechino aveva gareggiato nei 200 metri, che non è mai giunta in Europa. Saamiya era un’atleta somala, che però offre qualche possibilità di sopravvivenza. In questo contesto l’ultimo posto di Saamiya nei 200 metri a Pechino era più di una medaglia d’oro. E’ morta su una delle tante carrette del mare, cioè dal caos di lunghi anni di guerra civile, di medaglie conquistate o mai raggiunte. Ma nessuno immaginava la storia infelice di Saamiya Yusuf Omar, dove ha riportato le parole di un altro atleta somalo Abdi Bile: “ Saamiya era un'atleta bravissima. Una splendida ragazza''., fra i quali si è incuneato l’esercito islamico. A questo si sono aggiunte siccità e carestia. Noi donne occidentali che spesso non ci sentiamo sicure nelle nostre città forse non possiamo immaginare q, in cui si sono scontrati signori della guerra e gruppi d’affari, Le Olimpiadi di Londra si sono concluse, ma ancora filtrano con una certa lentezza brandelli di storie personali, ma non è questo che fa la differenza con gli altri atleti. Primi o ultimi sono criteri relativi e non assoluti, partite dalla Libia nel tentativo di poter partecipare alle Olimpiadi di Londra. Ne ha dato notizia Igiaba Scego, perché bisogna conoscere i livelli di partenza sia degli uni che degli altri. Saamiya veniva dalla Somalia, scrittrice somala in lingua italiana
( Gabriella Maggio) Saamiya Yusuf Omar Le Olimpiadi di Londra si sono concluse, ma ancora filtrano con una certa
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