ACQUA LIQUIDA NEL SOTTOSUOLO DI MARTE
Pino Morcesi
I dati del lander InSight della NASA, il robot, atterrato nella Elysium Planitia il 26 novembre 2018, attivo fino a dicembre 2022 ( quando i suoi pannelli solari hanno smesso di funzionare a causa dell’accumulo di polvere che ha impedito di ricaricare le batterie) hanno rivelato enormi depositi di acqua liquida nel cuore di Marte, sufficienti a ricoprire grandi oceani e laghi e forse in grado di ospitare la vita. Un tempo, secondo l’opinione degli scienziati, Marte era un posto con oceani, laghi e fiumi come la Terra, forse anche pieno di vita. Ma l’acqua è andata perduta dopo che l’atmosfera del pianeta fu spazzata via. I ricercatori si sono sempre chiesti dove fosse finita, dato che i depositi di ghiaccio ai poli e sotto la superficie non sono sufficienti a compensare la scomparsa di quantitativi così ingenti. Le ipotesi principali sono due: l’acqua potrebbe essere quasi totalmente evaporata nello spazio, oppure potrebbe essere finita nel cuore del Pianeta Rosso. Il nuovo studio avvalora la seconda ipotesi. Larga parte di quell’acqua che un tempo scorreva in superficie sarebbe finita nelle profondità di Marte, dove ancora oggi potrebbe custodire la vita, lontana dalle potenti radiazioni che sterilizzano la regolite. Utilizzando un modello geofisico ampiamente utilizzato sul nostro pianeta per rilevare la presenza di falde acquifere e giacimenti petroliferi, il professor Wright e colleghi dell’Università di Berkeley hanno scoperto che tra gli 11,5 e i 20 chilometri di profondità nella crosta di Marte si trovano enormi quantità di acqua, non libere come in un lago sotterraneo ma all’interno di crepe e tunnel nello spesso strato di roccia ignea. Purtroppo la profondità renderà quest’acqua praticamente inaccessibile alle future missioni umane; basti pensare che il buco più profondo creato dall’uomo sulla Terra è il “super pozzo” di Kola nella Russia nordoccidentale, dove nel 1989 fu raggiunta la profondità massima di circa 12.600 metri. Arrivare a simili traguardi è molto più complicato di quel che si possa immaginare e farlo su un pianeta alieno, perlomeno con le tecnologie attuali, è praticamente impossibile. Ciò, tuttavia, non significa che non sia una scoperta straordinaria. Come ha spiegato il professor Wright, comprendere il ciclo dell’acqua marziano è fondamentale per comprendere l’evoluzione del clima, della superficie e dell’interno del pianeta . In altre parole, possiamo capire megliodove sia finita l’acqua che un tempo si trovava su Marte e come si è evoluto il pianeta. Inoltre nel cuore del sottosuolo marziano la vita potrebbe ancora essere presente, come del resto la si trova negli abissi e negli strati profondi della Terra. L’acqua è necessaria per la vita come la conosciamo. Non vedo perché non possa essere un ambiente abitabile. È certamente vero sulla Terra: le miniere profonde ospitano la vita, il fondo dell’oceano ospita la vita. Non abbiamo trovato alcuna prova di vita su Marte, ma almeno abbiamo identificato un posto che dovrebbe, in linea di principio, essere in grado di sostenere la vita, ha aggiunto il dottor Michael Manga, coautore dello studio.