IL PAPA DELLO “SCANDALO”

Francesco Pintaldi

Mi inserisco con breve riflessione nel dibattito sorto attorno alla lettera dell’11 luglio 2024 dei Padri Missionari Comboniani della Parrocchia Santa Lucia al Borgo Vecchio di Palermo. Il testo dei Padri Comboniani fa riferimento all’omelia di Papa Francesco pronunciata alla messa conclusiva della settimana sociale della Chiesa italiana a Trieste.  Commentando il passo del Vangelo di Marco 6,1-6, in cui Gesù non viene riconosciuto nella sua patria, Papa Francesco spiega che il termine “scandalo” non indica qualcosa di osceno, ma un ostacolo, una “pietra d’inciampo” che impedisce di andare oltre.  Lo scandalo di cui parla Papa Francesco è in primo luogo lo scandalo dell’umanità di Gesù, è  la difficoltà di comprendere come Dio possa rivelarsi nella fragilità umana. La gente di Nazaret è scandalizzata dall’umanità di Gesù, non riuscendo a conciliare la sua origine umile con la sua sapienza e capacità di compiere prodigi, ma questa incredulità è l’ostacolo che impedisce loro di riconoscere la sua divinità.  Il testo dei Padri Comboniani riprende questo concetto invitando  i fedeli a riscoprire una fede viva e concreta, che non si limiti alla pratica rituale ma si impegni attivamente nella realtà quotidiana, diventando un elemento di trasformazione e speranza nel mondo.  Lo scandalo riguarda la ritualità di   una religione  chiusa in se stessa, che guarda solo al cielo senza preoccuparsi di ciò che avviene sulla terra. La vera fede deve invece sporcarsi le mani, entrare nelle strade polverose della vita quotidiana, diventare una forza attiva che porta speranza e trasforma il mondo. Papa Francesco non ha timore di dire  che oggi abbiamo bisogno dello “scandalo della fede“, di una fede concreta e umana che entri nella storia, tocchi la vita delle persone, risani i cuori e risvegli le coscienze, contrastando la mediocrità e il consumismo della società. È  la fede che diventa   “spina nella carne” della società, quella spina che  sveglia le coscienze, che  affronta  i problemi sociali e politici, che aiuta a superare la mediocrità e l’accidia della mente e del cuo re; questa fede deve diventare Luce per una vera e duratura promozione umana, una fede che “si china ai più deboli, ai più fragili e  invisibili alla società”

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il nostro sito web utilizza i cookie per assicurarti la migliore esperienza di navigazione. Per maggiori informazioni sui cookie e su come controllarne l abilitazione sul browser accedi alla nostra Cookie Policy.

Cookie Policy