1924-2024 CENTENARIO DELLA NASCITA DI DANILO DOLCI

Francesco Pintaldi

Correva l’anno 1975 quando raggiunsi da Palermo la città di Como per assumere servizio come docente di Matematica. Dopo un minimo di convenevoli, il discorso si sposta sulla difficile vita in Sicilia, in quegli anni. Il commento di un collega fu secco: voi avete Danilo Dolci.  La mia curiosità in quegli anni era più orientata verso la matematica e confesso che avevo sentito parlare poco di Danilo Dolci. Erano anni bui per la Sicilia e per i siciliani, specialmente per quanti erano stati costretti dalle vicende storico-politiche a trovare occupazione al Nord.  Non poteva passare inosservato alla mia riflessione   il fatto che mentre un fiume di persone evadevano dal Sud, di contro un uomo del Nord avesse deciso di trasferirsi in Sicilia, in una cittadina che, a suo modo di vedere, rappresentava uno dei luoghi più miseri   che lui avesse visitato. E lo  era… per la povertà, per l’analfabetismo, per la presenza della violenza mafiosa. Danilo Dolci è stata una figura fondamentale per la costituzione della   coscienza civile siciliana e un punto di riferimento per gli ambienti culturali, non solo siciliani.   Adesso stiamo raccogliendo i frutti del suo impegno.  Danilo Dolci è rimasto, comunque sempre, abbastanza all’ombra dei riflettori mediatici, certamente a causa del suo impegno scomodo per la politica del tempo. Il 28 giugno ricorre il centenario della sua nascita e la data diventa occasione per rivedere questa figura di intellettuale non violento rimasto nell’ombra. Molti scrittori si stanno occupando di far emergere l’importanza del suo impegno politico. Interessante e articolata è la pagina di Repubblica del giorno 18 giugno, a firma Salvatore Ferlita, in cui si tracciano le tappe fondamentali della vita e dell’impegno di Danilo Dolci in Sicilia e viene presentata una ricca bibliografia di testi in cui si dibatte dello stesso. Tra questi testi compare il titolo del lavoro di Giuseppe Maurizio Piscopo, di prossima pubblicazione: “Ci hanno nascosto Danilo Dolci”, in cui l’Autore sostiene l’importanza di Dolci come educatore e quindi rivendica la fondamentale funzione di educatore per i bambini perché è da loro che si deve iniziare a creare coscienze positive, tolleranti e propositive per lo sviluppo delle persone e dei territori. La ricorrenza dovrà essere anche un’occasione per parlare di futuro, di nuove realtà, di nuovi paradigmi di vita, necessariamente conseguenti ai nuovi sviluppi nel campo dell’informatica e dell’intelligenza artificiale. Primo impegno fra tutti, la condanna della violenza e delle guerre di ogni tipo. In questo senso la figura di Danilo Dolci è stata antesignana e modello non sufficientemente seguito.

(Contributo alla Community Luce di tede, 20.06.2024)

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