PAROLA DI DANTE

Gabriella Maggio

Indonnare

Ma quella reverenza che s’indonna
di tutto me, pur per Be e per ice,
mi richinava come l’uom ch’assonna.

(Paradiso VII, 13 )

Ma  quella reverenza che s’impadronisce di me , solo a udire  la prima  e le ultime sillabe del suo nome mi costringeva a chinare la testa, come quando si è assonnati. I versi sono una variazione sul tema della quasi-paralisi che afferra Dante  in presenza di Beatrice. Il nome di Beatrice si sgrana , segue l’infrangersi del respiro, si spezza tra l’emozione e l’ossequio. Il verbo indonnare  deriva da donno, parola usata da Dante nel XXXIII canto dell’Inferno, v. 28 :

Questi pareva a me maestro e donno

Donno dal latino dominus «signore, padrone», attraverso  il  latino  volgare  dŏmnus. Il verbo  Indonnare si forma premettendo l’elemento in e facendolo seguire dall’uscita are della prima coniugazione, significa  farsi signore. È documentato  prima che in Dante in Jacopone da Todi :

Ha veduto [Maria] essa en persona Il figliuol risuscitare, Prima vistolo enchiodare, E batterlo a la colonna. Ma di lei ora s’indonna Gioia allegreza in suo felice stato.

 

 

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