TOMMASO CAMPAILLA
Francesco Paolo Rivera *
Uno dei più grandi genii della Sicilia in epoca moderna fu sicuramente Tommaso Campailla. Nacque a Modica in provincia di Ragusa il 6 aprile 1668, sotto la rupe del Castello dei Conti (nella casa a pochi metri da quella ove oltre due secoli dopo nacque Salvatore Quasimodo); di gracile costituzione, i genitori lo educarono in campagna all’aria aperta fino al 1684 quando lo mandarono a studiare giurisprudenza a Catania. La improvvisa morte del padre lo costrinse a ritornare al paese natìo dal quale non si allontanò mai più, e poiché non aveva problemi economici, si dedicò, da autodidatta, allo studio della filosofia, della fisica e della medicina … e di tutto quanto gli capitasse! Assieme al filosofo siciliano Michelangelo Fardella (1) divenne seguace della filosofia di Cartesio; fu un raffinato poeta, accademico degli “Assorditi di Urbino”, dei “Geniali di Palermo”, degli “Arcadi di Roma”, degli “Affumicati di Modica”, e partecipò alla restaurazione di quella degli “Infuocati” (2). Nel 1709 diede alle stampe i primi sei canti di un poema filosofico “l’Adamo” (denominato poi “il mondo creato” dedicato, nell’edizione definitiva, di venti canti, al re Carlo VI° d’Austria) che racchiude tutte le sue idee teologiche, cosmo fisiologiche e filosofiche alla luce delle sue teorie cartesiane. Fu in corrispondenza epistolare con Ludovico Antonio Muratori (3) e con molti altri studiosi di chiara fama europei, e poiché non si volle allontanare mai dalla sua città natale (4) rifiutò sia la cattedra all’Università di Padova che l’invito alla cerimonia per l’incoronazione del Duca Vittorio Amedeo di Savoia a Re di Sicilia (1713). Il famoso filosofo, teologo e vescovo anglicano George Berkeley (5) si recò a Modica per conoscerlo e lo aggiornò sulle nuove teorie newtoniane che verranno in seguito elaborate dal Campailla (6).
Pur non essendo laureato in medicina, il suo impegno umanitario lo portò a sperimentare “le botti”, un nuovo metodo di cura adottato per curare una nuova malattia. In quel periodo una gravissima malattia imperversava nella popolazione (particolarmente tra coloro che erano di rango più elevato): la lue (o sifilide). Considerata – a quell’epoca – la malattia del secolo, e definita dalla Chiesa “il castigo di Dio per i peccati degli uomini”: la “botte” era, in realtà, una specie di “stufa mercuriale” entro la quale, da un braciere che, per sublimazione (procedimento col quale in chimica un composto passa dallo stato solido a quello aeriforme) del cinabro (solfuro di mercurio), si inalavano i vapori di mercurio al paziente, seduto su uno sgabello entro la botte stessa. Questi vapori medicamentosi venivano assorbiti dal corpo del paziente in piena sudorazione, ma, essendo velenosi, non potevano essere respirati (la respirazione avveniva attraverso un buco praticato in alto della botte, attraverso il quale il paziente usciva la testa per respirare) ed erano curativi soltanto per i sifilomi che infestavano la cute, mentre non agivano sui germi patogeni che continuavano a moltiplicarsi nel sangue dei soggetti infetti. Il Campailla modificò l’interno della botte, intanto facendo miscelare al cinabro l’incenso, ciò consentiva al paziente, introducendo anche la testa all’interno della botte, di respirare, senza alcun pericolo, i vapori medicamentosi, che agendo così in modo sottocutaneo, provocavano la morte dei germi e quindi, con questo nuovo sistema, diminuendo la carica patogena si ottenevano, spesso guarigioni “miracolose”. (7) In seguito a tali risultati Modica fu denominata la “città delle botti di Campailla” e divenne famosa in tutta Europa (8), tanto da provocare una specie di pellegrinaggio da parte di medici e di scienziati italiani e stranieri, che, per conoscere personalmente il Campailla, (il quale, pare che ricevesse cordialmente tutti, scienziati e non) andavano a visitarlo a Modica. Molti i centri per la cura della lue e di altre malattie reumatiche e nevralgiche che vennero costruiti, in Italia e all’estero, a imitazione di quello di Modica, alcuni con scarsi risultati, (9) Campailla pubblicò, pure, molte opere scientifiche: “Discorso sulla fermentazione” (ove descrisse suoi esperimenti fisico-chimici), “Del moto interno degli animali”, “Problemi naturali”, “Opuscoli filosofici”, “L’Apocalisse di San Paolo”. E, … come se non avesse altro da fare, … su incarico dei “Conti Feudatari”, esercitò anche la “sindacatura”, cioè l’azione di controllo amministrativo e finanziario sull’operato del Governatore della città … che sicuramente gli avrà procurato parecchi grattacapi … sia da parte dei controllati sia da parte di coloro per conto dei quali esercitava i controlli! Morì per un colpo apoplettico il 7 febbraio 1740, e venne sepolto a Modica in un sepolcro in duomo.
*) Lions Club Milano Galleria distretto 108 Ib-4
Note:
- 1)Nato a Trapani nel 1650 (deceduto a Napoli nel 1718), matematico fu uno dei principali divulgatori della filosofia cartesiana in Sicilia;
- 2)tutte accademie letterarie: quella degli “Assorditi” fondata da Gallo Galli nel 1560 che ottenne l’approvazione nel 1825 e divenne la “Accademia Urbinate di scienze, lettere e arti”. Nel 1831 l’autorità ecclesiastica soppresse tutte le accademie e qualche anno dopo riprese l’attività fino al 1862, che cessò con la morte del presidente Francesco Puccinotti; quella “dei Geniali” fondata dallo storico Gaetano Giardina (1693-1731) abate di S. Nicola e protonotaro apostolico; quella deli “Arcadia” fondata da Giovanni Vincenzo Gravina e Giovanni Mario Crescimbeni nel 1690;
- 3)Bibliotecario del duca di Modena (1672-1750), compilatore della “Rerum italicarum scriptores” la prima grande raccolta delle fonti medioevali della storiografia moderna:
- 4)Modica – dopo Palermo, Catania e Messina – era la città più popolosa della Sicilia, e tale fu fino al terremoto della Val di Noto (1693) – l’evento tellurico forse più terribil4e della storia (3.400 morti a Modica e circa 60.000 morti in tutta l’area):
- 5)(1685-1734) che aveva formulato il principio fondamentale della sua metafisica: l’immaterialismo (tesi sull’inesistenza della materia);
- 7)il Campailla, avendo “vissuto”, in prima persona, il terribile fenomeno tellurico che distrusse la Val di Noto si dedicò anche allo studio delle leggi della moderna fisica, quali la gravitazione universale, la scomposizione della luce, le teorie dell’atomo;
- 8)un rapporto medico di quell’epoca riferisce testualmente “Dopo la cura mercuriale col metodo Campailla, si può assistere a delle rinascite complete di individui ridotti in condizioni impressionanti di cachessia (perdita sia di tessuto adiposo che di muscolo scheletrico) o di lesioni tali da rendersi impossibile qualsiasi intervento curativo per via percutanea (accesso agli organi interni o altro tessuto effettuato mediante puntura con ago della pelle) o ipodermica (sottocutaneo).”
- 9)Nel museo Tommaso Campailla di Modica, che era stato costruito nel XVII° secolo quale primo ospedale della città, (Santa Maria della Pietà, poi denominato “Sifilicomio Campailla” e quindi “Ospedale Campailla)”, funzionò a pieno ritmo, fino alla scoperta della penicillina: gli ammalati accorrevano per beneficiare della miracolosa cura; esistono ancora tre stufe mercuriali (le botti) delle dimensioni di 80 cm. di base per 1,34 di altezza, entro la quale l’ammalato veniva rinchiuso seduto su uno sgabello. Le botti, costruite in legname (di spessore di 2 cm). erano coperte all’esterno da un impasto (di materiale sconosciuto) spesso 20 cm. Due piccoli fori, in alto e alla base, consentivano rispettivamente di controllare l’attività cardiaca del paziente e di inserire il cinabro e l’incenso nel braciere acceso, di modo che le fumigazioni esalassero nell’aria la sostanza curativa. A Palermo, il “sanatorio Campailla” a cura del prof. Mannino della locale facoltà di medicina, a Roma la così detta “Botte di Modica”, a Parigi furono costruite. sul modello di quella di Modica, botti in vetro.