WIM WENDERS UN REGISTA EUROPEO
Gabriella Maggio
Nell’ambito dell’Efebo d’oro, Premio internazionale di Cinema e Narrativa 2023, Wim Wenders ha ricevuto il premio alla carriera. Regista introspettivo e sensibile, autorevole esponente del Nuovo cinema tedesco, Wenders vuole, nell’inflazione d’immagini che ci sommerge e disorienta, affermare una “moralità delle immagini” attraverso il cinema : “Tuttavia proprio il cinema, grazie allo sforzo da cui nasce ogni singola inquadratura, rappresenta ancora un ultimo bastione”, di quella potenzialità che l’immagine ha “di farsi verità”. Da questo obiettivo ha preso le mosse L’atto di vedere storico saggio sul senso della visione del 1992 , ancora di grande attualità. Il saggio nasce dalla riflessione su una frase di Roland Barthes in Frammenti di un discorso amoroso :“Immagine. Nella sfera amorosa, le ferite più dolorose sono causate più da ciò che si vede che non da ciò che si sa”. La serata dedicata a Wenders, dopo l’intervista di rito e la consegna dell’Efebo, si è conclusa con la proiezione di Perfect Days , premiato al Festival di Cannes per l’attore protagonista. Wenders nel film dialoga col suo maestro Ozu e in particolare col documentario Tokyo-Ga. Perfect Days può considerarsi il miglior lungometraggio narrativo del regista tedesco o come Wenders preferisce definirsi europeo. Il film racconta le “giornate perfette” di Hirayama che si ripetono sempre uguali secondo uno schema tripartito: azione, osservazione, ripetizione. Ogni giorno va da casa al lavoro ascoltando musica, dopo il lavoro meticoloso di pulizia dei bagni pubblici, fa una pausa pranzo contemplativa in un parco, dove fotografa gli alberi, dedica il tempo libero all’igiene personale, al cibo, alla lettura. Hirayama difende tenacemente la sua solitudine serena e composta, riservata ma rispettosa dei contatti umani, come si vede nel corso della narrazione, perché è l’esito, la conquista dopo errori commessi. La felicità di Hirayama sta nel concentrarsi sull’essenziale. Intorno a lui precisi e ben squadrati scorci di Tokio. Il film è stato apprezzato molto dal pubblico che affollava la sala del Rouge et noir.