IL SENTIMENTO DEL MARE di Evelina Santangelo
Gabriella Maggio
Evelina Santangelo nel suo avvincente libro “Il sentimento del mare” edito da Einaudi racconta la vita di uomini e donne di mare . I ventitré capitoli si susseguono con un ritmo simile alle onde del mare, come dice la stessa scrittrice. Il moto ondoso della narrazione è la rappresentazione della complessità del mare generata dal suo essere non solo un ecosistema da rispettare e proteggere ma anche un universo di storie e di vite. La composizione del libro ha origine dall’improvviso riaffiorare nella mente della scrittrice delle prime parole, dopo un periodo di intensa sofferenza e di silenzio, durante una vacanza invernale a Lipari. Da questa piccola isola, come nel mito di Ulisse, Evelina ricomincia la navigazione verso la sua Itaca, la narrazione del suo sentimento del mare. E secondo l’augurio di Kostantino Kavafis in Itaca :
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze
la narrazione s’arricchisce di riferimenti culturali e di storie di sub, di navigatori solitari, di uomini e donne che pescano, tonnaroti, ricordi personali. L’esito è un rapporto empatico con il lettore che avverte l’autenticità del sentimento che guida la scrittrice nella scrittura, il suo “desiderio impellente di tornare al mare”, a quello dell’infanzia della “libertà più scapestrata” e a quello della maturità “corale sperimentato e vissuto” da chi vi lavora e vi cerca se stesso. Stordita dal” continuo dover evocare giustamente, in una estenuante asfissia “ la legge del mare”, come se il mare fosse un tribunale, una questione meschina di umani contro altri umani alla deriva, uomini, donne, bambini”, Evelina Santangelo vuole ritrovare il suo sentimento autentico ed essenziale. La narrazione in prima persona trascorre leggera con toni a volte poetici e imprescindibili espressioni dialettali. Realtà e metafora s’intrecciano come l’onda che non si vede bene dove comincia e dove finisce, direbbe il signor Palomar dell’omonimo libro di Italo Calvino. Ma diversamente da Palomar, che resta un osservatore curioso, ma distante, Evelina Santangelo , “raccolti i venti favorevoli nel bicchiere di vino “nel localino di Lipari vicino al porto, compie il suo nostos verso il mare “nero , vulcanico,disseminato sul fondale di relitti, sfaceli d’imbarcazioni…ma anche di tesori archeologici inimmaginabili”. Rompendo il tradizionale silenzio sull’argomento la scrittrice dà voce alla fatica e alla fame delle epiche donne eoliane che dopo avere duramente lavorato nel mare, andavano a coltivare la terra con uguale energia . Alla loro voce si unisce quella di Rosetta Ingargiola” una che non si spaventa di nessuno” che con altri familiari di pescatori si incatenò davanti a Montecitorio per i mazaresi sequestrati dalla Guardia costiera libica. Attraverso i ricordi personali terra e mare hanno un confine labile :
“ il coltello unisce le mie due anime, quella della vita in campagna e quella delle avventure di pesca, le mie due infanzie di terra e di mare…”Altrettanto labile è il confine tra i ricordi personali ed il presente, tra i sentimenti della scrittrice che richiedono cura,” li devi toccare con cura, senza lame, a mani nude…”senza coltelli neanche quelli metaforici. Ma i sentimenti feriscono sempre, soprattutto nei periodi di solitudine quando non sono o non sembrano ricambiati con eguale trasporto. Tutti i personaggi de Il sentimento del mare sono epici. Tra questi assume rilievo l’ostinato Carmelo che ha cercato di dare una nuova esistenza a un capodoglio, ucciso dalla plastica gettata in mare dall’uomo, ricomponendone con pazienza lo scheletro. Il libro è difficile da definire, al motivo biografico intreccia stralci dei racconti dei sub, storie dei pescatori, cronache dei sequestri dei pescherecci, imprese dei rais nella pesca del tonno. Viene incontro il Calvino della Molteplicità nelle “Lezioni americane” : “ La grande sfida della letteratura è il saper tessere insieme i diversi saperi e i diversi codici in una visione plurima, sfaccettata del mondo”. E fare letteratura è anche “interrogarsi”, “dare il proprio contributo”, “svelare ciò che è nascosto” ha detto Evelina Santangelo in un’intervista. Intriga oggi questo “ impegno” verso “altri doveri”: È questo che si sente, io credo, la mancanza di altri doveri, altre cose, da compiere…” come diceva Elio Vittorini in “Conversazione in Sicilia” .