BUONA PASQUA AI NOSTRI LETTORI
La Redazione
Graduale di Pellegrino di Martino, Siena
Quem quaeritis in sepulchro, o Christicolae?
Jesum Nazarenum crucifixum, o caelicolae
Non est hic; resurrexit, sicut praesdixerat. Ite, nuntiate quia resurrexit de sepulchro.
Chi cercate nella tomba, o adoratori di Cristo? Gesù di Nazareth, il crocifisso, o abitanti del cielo. Non è qui, è risorto come egli stesso aveva detto; andate ad annunciare poiché è risorto.
Questo è il più antico testo della Visitatio sepulchri recitato nel giorno di Pasqua , riportato dal manoscritto di San Marziale di Limoges (F-Pn lat.1240, datato 923-34).
Le brevi battute tra l’angelo e le tre Marie traggono ispirazione da passi dal Vangelo di san Luca, di san Marco e di san Matteo. L’uso dei termini intercalari come “christicolae” e “caelicole“, ma soprattutto della forma interrogativa “Quem quaeritis in sepulchro“, che non si trovano in nessuno dei quattro Vangeli sinottici, attestano in maniera evidente l’intenzione di drammatizzare l’evento della resurrezione per rendere più leggibile l’avvenimento agli occhi dei fedeli a cui il latino suonava già come una lingua straniera.