F.A.M.E. di Adele Musso ed. Il Convivio
Gabriella Maggio
L’opera di Adele Musso si presenta in modo originale già dal titolo : un sostantivo ma anche un acronimo. Il senso sotteso alle trenta poesie è comunque implicito nel significato del sostantivo fame, nel suo rimandare a un vuoto che vuole essere colmato di vita, a un bisogno corredato delle proprie emozioni. Nel momento in cui fame diventa l’acronimo f.a.m.e. il senso della raccolta si amplia, si struttura e si articola nelle sezioni famiglia, amore, morte, essere, che rappresentano i punti cardinali che orientano la vita della poetessa. Le emozioni sono immediatamente evocate da oggetti, animali ed elementi naturali tra loro legati e correlati ai quali è demandata l’ espressione del significato più profondo della poesia: ali, lino, rosa, albero, seme,treno, traversine, foglia, rondini, filo, bianco . La loro densità li impone alla mente del lettore. Ne risulta una visione del mondo inaridita e sterile che gli “oggetti” emblematici della poetessa tentano di esorcizzare riproducendo immagini del passato e fissando nell’istante le emozioni stesse. Fitta è la trama dei simboli che alludono ad una condizione di donna che aspira ad evadere dagli stretti confini della sua esistenza, ma, come la rondine, ritorna sempre a se stessa, alla sua origine, all’essere poeta, a comporre le note ..scomporre dolori..spezzare catenacci/ e dissotterrare chiavi/da zerbini calpestati/ così tolsi le scarpe/ e liberai le dita per non fare rumore. La composizione poetica è come amore di madre operosa : Datemi un filo che possa cucire quei lembi di pelle./Saprò come fare con dita pietose/ che solo una madre conosce le rime/ i segni le ombre le palpebre mute/ la piega del labbro la fronte operosa. Importante per comprendere la silloge di Adele Musso è anche l’immagine di copertina, da lei dipinta, che ritrae probabilmente il suo alter ego, una donna bruna, assorta nei suoi pensieri, che ha in bocca una foglia verde e in mano dei fogli su cui cadono altre foglie verdi. Protagonista di F.A.M.E. è infatti una donna , ha il cuore piccolo( il becco di un canarino).La sua coda di pesce ..., ribelle e coraggiosa, bianca, pura e luminosa come il lino. In “Famiglia” la donna è la madre : Ella ci avvolse e colse dolori e denti/ e li nascose in vecchie credenze, vista anche nella malattia : Il corpo rifiuta ordini imprecisi. Poi è la figlia che tra i denti mastica entusiasmo…Le foglie e i nostri abbracci/ che la tua testa sulla mia/spalla mi rende madre che/sia mare o gelo….braccia come rami viticci e foglie….la tua mano, che è guscio che protegge il seme. La maternità è albero che vegeta e continua a vivere nel seme. Seguono “Amore” che è sacrificio e fame…carta sottile che conserva il pane e “Morte” rappresentata dalla guerra e dai campi di concentramento : Una foto nera sul muro e un letto vuoto/abiti da spartire ai poveri./Un anello sul fondo di un cassetto e una mano nuda/ricordano che ci vuol poco per disfare la memoria…Nel numero impresso sulla pelle/ l’indirizzo del diavolo. “Essere” tratta dell’essere poeta : In questa custodia temporanea,/ho ordito un segreto…” La poesia espressione del dolore : non c’è lenimento in quest’epoca di levatrici scaltre/ che aprono porte e gambe alla cieca, ma inattuale : Non fa notizia la bellezza…. dell’amore rimasero : una foglia, una scheggia/ e il latrare di un cane. L’uso della sineddoche denota che Adele Musso non può abbracciare la totalità del mondo, ma solo una piccola parte di vita, di guerra, di minaccia di pericolo. Tuttavia la ricerca di un senso pieno e compiuto è inesauribile ed induce la poetessa ad un continuo rimando analogico, a cui corrisponde una lingua, sofferta, la parola è vecchia è nuova, eppure semplice nella sintassi e nel lessico, che raramente cede alla suggestione della tradizione. La concezione del tempo espressa dai verbi varia dal passato remoto, al presente e al futuro secondo il ritmo interiore della poetessa allo stesso modo della focalizzazione che alterna senza soluzione di continuità l’ io al tu, al noi, ad essi.