ALBERTO ASOR ROSA UOMO DI CULTURA
Gabriella Maggio
Non c’è studente, né insegnate di letteratura che non abbia letto almeno qualche pagina del suo manuale di Storia della letteratura italiana. Alberto Asor Rosa, spentosi a Roma il 21 dicembre 2022 , è stato un importante intellettuale italiano uno studioso, un educatore che ha lasciato un segno profondo negli studi letterari della seconda metà del ‘900. Il suo pensiero critico, formatosi alla scuola di Natalino Sapegno, ha sempre intrecciato gli studio con l’impegno politico e civile nell’area marxista, interessandosi particolarmente al rapporto tra intellettuali e potere. Nel 1956, a seguito della rivoluzione ungherese, ha firmato il “Manifesto dei 101”, con cui numerosi intellettuali deploravano l’intervento sovietico. Famoso il suo saggio Scrittori e popolo del 1965 dove ha analizzato il mutamento antropologico del ‘900, il passaggio dal popolo alla massa, e il rapporto della sinistra intellettuale con il proletariato, individuando e criticando il filone populista presente nella letteratura italiana contemporanea. È stato direttore di Rinascita, il settimanale del PCI , ideatore e direttore della collana Letteratura Italiana Einaudi. Negli ultimi anni si è dedicato ad opere di carattere più intimo come i romanzi L’alba di un mondo nuovo (2002), Storie di animali e altri viventi ( 2005) e Assunta e Alessandro (2010).