RINNOVAMENTO GENERAZIONALE O POSTEGGIO DELL’ANZIANO?

Pietro Manzella*

 

La nostra Associazione è viva, vegeta, attiva o stantia? Sopravvive principalmente di ricordi o è mutata e proiettata verso un futuro esclusivamente tecnologico? Sta diventando un’azienda di produzione di interessi economici o è ancora un’Associazione esclusivamente filantropica, che adopera strumenti e tecnologie aziendali per la creazione di maggiori stimoli per l’aiuto umanitario? Il mondo intero  pone sempre nuove sfide , ma noi come vi reagiamo all’interno dei nostri club? Pandemia, catastrofi ambientali, guerre, sopravvenienze travolgenti e fortemente  invasive nel tessuto umano, violente tecnologie informatiche e comunicative che impatto hanno nel nostro sistema “endemico” di un lionismo umanitario nato ed ancorato alla sorgente ultracentennale della  scoperta di un mondo che, a sua volta, usciva ferito e sofferente da eventi bellici e rivoluzionari dei secoli precedenti? Si può dire che la guerra e la pace sono sempre in lotta o sono ,in realtà, sinonimi di una lotta continua senza limiti per l’uomo?  La pandemia da Covid 19 ha realmente scosso le coscienze contemporanee di tutti gli esseri umani del pianeta terra , perché ha fatto  assistere a conseguenze disastrose e letali in tempi brevissimi e immediatamente diffusi oppure ha travolto il genere umano con un male speculare di un “dejavu” di altri secoli? I nostri club, in cui ancora convivono genitori e figli appartenenti ad epoche differenti , come reagiscono a questi cambiamenti e come   le nuove sfide?Essi si aprono a ventosa per accogliere nuove leve e sviluppare “anticorpi” che possano fare da antidoto ad una trasformazione repentina oppure si chiudono a “riccio”, come tra le mura di Troja, aspettando la loro distruzione per uno spirito di conservazione generazionale che cerca di avere il sopravvento, rimanendo ancorati ai ricordi delle antiche vittorie? Alla luce di tali interrogativi mi sono chiesto se il mondo lionistico ed ,in particolare i club, siano portati ed in qual modo, a forme di “assistenzialismo della porta accanto”, poiché la nuova povertà epocale  si può  più facilmente trovare nel “vicino prossimo”. Spesso si dimentica, però, che la nostra Associazione osserva e studia i bisogni di   tutte le collettività dell’intero globo terrestre. Come la pace si realizza ogni giorno ,in ogni occasione, costruendo “ponticelli” di condivisione, anche nelle piccole cose, allo stesso modo il mondo lionistico si deve adattare al progresso tecnologico che va, forse, troppo veloce rispetto al tempo che scorre. Smobilitiamo, quindi, dalla nostra teca cerebrale egoismi ed  egocentrismi  per creare linee reali di contatti con l’”altro”, ascoltandolo realmente e conoscendolo; guardiamo all’”essere” e non all’”apparire”. Pertanto, l’evoluzione tecnologica e programmatica, che consente di migliorare la comunicazione e la tipologia dei lavori (service), permettendo di raggiungere subito e meglio i soggetti bisognosi presenti in tutta la terra, non può e non deve tralasciare i sentimenti ed i codici comportamentali , di cui siamo legittimi detentori. Le macro aree globali di interventi umanitari ( cancro infantile, diabete, ambiente fame e vista) danno la possibilità , invece, di concentrare al meglio la forza di tutti i club lions per potere rispondere con maggiore efficacia alle esigenze delle comunità, che richiedono i nostri proficui ed efficienti  aiuti umanitari. La continua innovazione spazio-tempo altro non fa che “adeguare” al mutato assetto sociale , gli strumenti operativi per rispondere alle nuove richieste di aiuti. Quindi, ben venga il GMA ( Global Memberchip Approach) cioè (Approccio per una appartenenza globale e quindi per un “orgoglio” dell’appartenenza) con i suoi tre obiettivi fondamentali :crescita associativa , comunicazione efficace e formazione, quale metodologia applicativa di un lavoro di “squadra” che viene svolto nell’ambito dei club dai componenti  il GMT . Ben vengano le nuove metodologie organizzative di lavoro , non lasciando al caso iniziative nuove ,ma creando appunto “squadre” di lions che, collaborando tra loro e scambiandosi idee, trovino soluzioni condivise e soddisfattive per tutti, contribuendo, in tal modo, a rendere “partecipi tutti i soci”, senza esclusione alcuna per l’età anagrafica  e arrestando,così, l’emorragia degli “scontenti”, che lasciano i club. E’ bene affermare, in definitiva, che “l’unione fa la forza” e per noi lions forza significa “donare” meglio e di più a coloro che hanno bisogno di aiuti. Forza, quindi, non deve significare autoritarismo interno , ma condivisione di lavoro nel rispetto dell’altro in forza di quel “codice dell’etica” che spesso resta scritto per la storia del nostro Associazionismo ed altrettanto spesso viene disatteso per capziosità dell’uomo che è rimasto tale e non ha saputo trasformarsi in quell’”uomo-.lion” che fa la “differenza” nella società.

  *  F.d.i.                                                                               

 

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