PAROLA DI DANTE
Nastro
Gabriella Maggio
Nel cielo di Marte Dante colloca le anime dei combattenti per la fede all’interno dei bracci di una croce greca: Di corno in corno e tra la cima e il basso/ si movien lumi, scintillando forte ( Paradiso, XIV, 109-110) ; tra queste si trova il suo trisavolo Cacciaguida :
[…] né si partì la gemma dal suo nastro,
ma per la lista radial trascorse,
che parve foco dietro ad alabastro.
Paradiso XV, 22
Con un movimento simile al guizzo delle stelle cadenti il trisavolo Cacciaguida discende dal corno destro ai piedi della croce luminosa per incontrare il nipote. Non si stacca dalla croce , come una gemma pendente che si muove lungo il nastro su cui è fissata, ma si muove dentro i raggi luminosi di cui è fatta la croce, simile a un lume dietro una lastra d’alabastro. Nastro, dal gotico nastilo, cinghia, ricorre una sola volta nella Commedia, perciò è un hapax. Nel 22° verso del canto XV del Paradiso Dante lo usa nel significato di fettuccia di tessuto a cui è legato un pendente .