PIAZZA DEGLI EROI
Gabriella Maggio
Renato Carpentieri è Robert Schuster (ph. Teatro Biondo)
Piazza degli eroi , ultimo lavoro teatrale di Thomas Bernhard, è stato rappresentato al Teatro Biondo di Palermo dall’8 al 13 febbraio 2022. Regista dello spettacolo Roberto Andò, che per primo porta l’opera su un palcoscenico italiano nella traduzione di Roberto Menin. Ma di Bernhard ha già messo in scena Minetti ritratto di un artista da vecchio e È una tragedia ?È una commedia? Nelle note di regia a Piazza degli eroi Andò chiarisce il senso della sua lettura del testo, di dirompente drammaticità: Ognuno degli spettatori che assisterà a una recita di Piazza degli Eroi, capirà subito che l’azione si svolge in una qualsiasi piazza da comizio, di una qualsiasi città d’Europa. L’Austria di Bernhard (dallo scrittore intravista profeticamente nei primi consensi per Haider), nel giro di una trentina e passa d’anni, è ormai ovunque. La prima rappresentazione di Piazza degli eroi si tenne nell’88 al Burgtheater di Vienna, mentre era ancora in vita l’autore, tra rumorose proteste per gli espliciti riferimenti negativi alla classe politica ed al popolo austriaco. La piazza del titolo è quella in cui nel 1938 Hitler annunciò alla folla l’Anschluss, ovvero l’annessione dell’Austria alla Germania nazista. Interprete principale dell’opera è il bravo Renato Carpentieri nelle vesti di Robert Schuster, fratello del professore Schuster, ebreo, grande mente matematica, che, ritornato dalle prestigiose università inglesi a Vienna, cinquant’anni dopo l’Anschluss, non riesce a sopportare la situazione immutata dell’Austria ancora incline al nazismo e all’antisemitismo e si getta dalla finestra del suo appartamento di Piazza degli eroi. Nel suo esplicito e molto realistico j’accuse Bernhard riunisce tutti i temi ricorrenti nelle sue opere: la dissoluzione familiare, l’incomunicabilità, l’incapacità di adattarsi ad un luogo da cui si vuole fuggire con la frenetica preparazione di viaggi privi di senso, la reiterazione di gesti quotidiani che rappresentano l’unica certezza e l’unica via di scampo. Anche il rifugio nell’arte risulta ambiguo,perché ora è sentita come consolazione ora come disgusto. Sulla scena si percepisce un senso di inquietudine, di “perturbamento”. Il pubblico ha apprezzato la rappresentazione ben condotta da tutta la numerosa compagnia di attori ben avvezzi a calcare le scene. Hanno completato la qualità della rappresentazione le luci e le scene di Gianni Carluccio.