AD HONOREM ET DEI ET VIRORUM GLORIAM
MARCO BETTA SOVRINTENDENTE DEL TEATRO MASSIMO DI PALERMO
Carmelo Fucarino
Una gloriosa uscita quella di Francesco Giambrone dopo anni di continui e perenni avanzamenti di indirizzi e di programmazione del nostro Teatro Massimo fra le sfere della musica lirica mondiale, il glorioso teatro che dopo la vergognosa forzata chiusura, trovava nuova linfa e nuova vita, gravato sul frontespizio da quell’epigrafe impegno di massima elevazione culturale, “L’Arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire”. La carriera del sovrintendente era stata coronata nel gennaio 2020, con la scelta della nomina a maestro musicale di Omer Meir Wellber, dopo gli anni gloriosi di Gabriele Ferro che per la sua presenza e la sua geniale direzione è rimasto nell’organico come Direttore onorario a vita e presente pertanto in alcuni pregiati interventi. Omer Mei Welber è da anni attivo nei teatri lirici di prestigio, dalla London Philarmonic Orchestra, alla Gewandhausorchester Leipzig, alla Pittsburgh Sympony Orchestra, alla Orchestra National di Lyon, alla Staatskapelle Dresder, alla nostra Orchestra Rai Torino, in una attività direzionale che si è esplicata non solo in campo operistico, ma anche sinfonico. I meriti e le capacità di Giambrone non potevano trovare riconoscimento e qualificazione più grande della chiamata a dirigere il Teatro dell’Opera di Roma in sostituzione di Carlo Fuortes, manager ed economista, nominato amministratore delegato della Rai, dopo che ne è stato sovrintendente dal 2013, confermato fino al 2025. Conseguente e dovuta da parte del consiglio di indirizzo del Teatro Massimo il riconoscimento della sua attività di qualificazione e promozione del teatro con l’assegnazione con voto unanime della medaglia ufficiale della città. Così il Presidente del Consiglio di Indirizzo e sindaco di Palermo Leoluca Orlando, come riportato dal Giornale di Sicilia: «Nell’accettare le dimissioni del sovrintendente Francesco Giambrone che andrà a dirigere l’Opera di Roma gli ho espresso apprezzamento per avere condiviso e accompagnato il cammino di risveglio artistico e culturale della città. L’esperienza del Teatro Massimo è stata un esempio di educazione alla bellezza e di sintesi tra etica ed estetica. Ho ringraziato tutti coloro che hanno cooperato a questa attività, in una struttura completa, in un teatro che è diventato uno dei motivi di orgoglio della nostra città. Ho formulato i miei migliori auguri al sovrintendente Francesco Giambrone e gli ho consegnato con profonda gratitudine e ammirazione la medaglia ufficiale della Città di Palermo. Esprimo i miei migliori auguri di buon lavoro al nuovo sovrintendente Marco Betta che guiderà il Teatro in piena continuità di impegno professionale e sensibilità artistica». Così in risposta Giambrone: «Sono veramente grato al sindaco, al Consiglio di indirizzo, al Collegio dei revisori e a tutte le persone che mi hanno supportato in questi giorni in cui sono stato attraversato da un groviglio di sentimenti e di emozioni. Credo che questo Teatro e tutta la grande squadra delle persone che vi lavorano abbiano fatto un percorso importante in questi anni e che abbiano acquisito nel tempo l’orgoglio di essere una fabbrica di cultura e uno strumento di crescita e sviluppo culturale della comunità. Avere ricevuto oggi la medaglia della città di Palermo dalle mani del sindaco è stato per me un momento di grande commozione per il mio percorso, per l’amore che ho per la città e per questo teatro e per l’amore che ho ricevuto dalla città e dal teatro in tutti questi anni. A Marco Betta, amico da sempre e compagno di viaggio straordinario dentro e fuori il teatro, rivolgo l’augurio più affettuoso di continuare questo percorso e di rilanciare ulteriormente il Teatro Massimo con le sue capacità e le sue competenze». Si vociferava da giorni ed era ovvio, naturale e conseguente che sostituisse Giambrone Marco Betta che tanto efficacemente lo aveva coadiuvato in questa fase complicata e difficile della gestione di un teatro, aggravata dalle perenni inversioni di rotta nella gestione della pandemia del covid riguardo agli spettacoli teatrali che si protrae ormai da più di un biennio e non vede una luce stabile. Lo aveva sostenuto e indirizzato dietro le quinte con scelte prestigiose per il teatro che è tornato dopo tanti anni di semplici cartelloni di scambi ad avere proprie realizzazioni. A dare lustro a questa gestione finalmente la presenza dopo decenni di un mattatore di livello internazionale, l’unico sopravvissuto delle glorie della lirica del Novecento, per noi dopo la perdita di Pavarotti e il ritiro della Ricciarelli. Siamo speranzosi e nella massima certezza che il Ministro della Cultura Dario Franceschini voglia ratificare tale nomina, diciamo eccezionale in quanto unica nella storia della gestione delle sovrintendenze, sia teatrali sia archeologiche e museali: avanza la scelta di un tecnico del settore. In Sicilia la gestione politica delle cariche conferma nel complesso e con poche eccezioni la completa assenza di specifiche eccellenze nei settori direzionali, se non addirittura di competenze inerenti al campo gestionale. Avviene che in una zona archeologica di estremo prestigio sia nominato un laureato in agraria. Nessuno penserebbe di nominare direttore di odontoiatria un filosofo, anche se questi pontificano in atto su virus e pratiche virologiche, come in capo il nostro apprezzato Cacciari. Quindi fiduciosi che in questo caso il nostro inossidabile Ministro della Cultura di tutti i Governi non cerchi all’estero un direttore del nostro teatro, come suo imperativo culturale anche per il campo museale, e accetti per una volta la nomina di uno specialista alla gestione di sovrintendente. E che specialista! Discepolo al Conservatorio di Palermo del maestro Eliodoro Sollima, vi insegna Composizione ed è accademico effettivo dell’Accademica Nazionale di Santa Cecilia. Intanto ha vissuto sulla pelle l’esperienza del Massimo dalla sua coraggiosa ed avventurosa apertura nel 12 maggio1997, ma già prima a soli 30 anni nel 1994 ne era stato scelto come direttore artistico, carica ricoperta fino al 2002. Basta un giro su internet per coloro che non sono addetti ai lavori o per coloro che non sono vicini alle manifestazioni musicali. Dobbiamo dire che la composizione delle colonne sonore dei film di Robertò Andò dovrebbero offrire una maggiore visibilità per coloro che sono curiosi di conoscere gli autori delle musiche del film. Soli 57 anni e non li dimostra a due livelli antitetici: per la giovanile sua prestanza, ma anche per la complessità, quantità e pregevolezza della sua attività artistica. In questo spazio breve è impossibile dare giustificazione dell’arte e della sua mole, perciò ci limitiamo a dare una sintesi numerica: otto opere in campo del teatro musicale, un balletto Il viaggio del Commissario Collura, da “Le inchieste del Commissario Collura” di Andrea Camilleri, nove composizioni per orchestra (anche con solisti vocali e/o strumentali e/o coro), sette testi per musica strumentale e da camera, cinque testi per musica di scena, undici composizioni per musiche per film, con una discografia di 5 CD e un DVD che riporta La Corona di pietra di Placido Domingo, che abbiamo avuto l’onore di proiettare nella versione all’Arena di Verona in una serata del Rotary Palermo Est, durante la quale si è graziosamente esibito in una compilation di sue opere. È prestigioso socio di questo Club Lions Palermo dei Vespri, che onora e arricchisce con i suoi contributi.