CACCIA ALLE STREGHE
Irina Tuzzolino
L’esistenza delle streghe è testimoniata sin dal VII secolo a. C. dagli scongiuri, conservati nella biblioteca del re assiro Assurbanipal per allontanare i malefici delle streghe. Nel Levitico la Bibbia prescrive la pena di morte per lapidazione all’ uomo o alla donna che esercita arti magiche. Anche nel mondo greco e latino si attesta l’esistenza di streghe e di scongiuri per neutralizzarne i malefici come testimoniano Orazio, Ovidio, Plinio il Vecchio, Petronio, Apuleio. L’accusa di magia viene giudicata dai tribunali. Famosa in proposito è l’Apologia , il discorso di difesa, che Apuleio pronunzia in tribunale per difendersi dall’accusa di magia. Tuttavia la caccia alle streghe vera e propria comincia nel Medioevo quando l’accusa di magia viene sostituita da quella di negromanzia. L’inquisitore domenicano Bernardo Gui alla fine del XIII sec. scrive il Manuale dell’inquisitore, frutto della sua lunga esperienza, con cui insegna come interrogare l’accusata per estorcerle la piena confessione. L’accusa di stregoneria colpisce soprattutto donne sole ed indifese che hanno conoscenza di erbe e piante medicinali. Risale alla fine del ‘400 il Malleus maleficarum opera dei domenicani Sprenger e Istitoris, un testo ancora più efficace del precedente per riconoscere e punire le streghe e mandarle al rogo. La caccia alle streghe è durata fino all’Ottocento circa. Migliaia di donne sono morte per un terribile abbaglio che spinse uomini dotti a disquisire su pregiudizi.