IL TUMORE DELLA MAMMELLA

Dott.ssa Dina La Paglia*

Il tumore della mammella è la più frequente nel genere femminile in tutte le fasce di età. Secondo le stime AIRTUM(associazione  italiana registri tumori)-AIOM( ass. italiana oncologia medica) ogni anno in Italia ne vengono diagnosticati 55.500 nuovi casi (55.000 donne e 500 uomini) ;grazie, però, ai continui progressi della medicina e agli screening per la diagnosi precoce, nonostante il continuo aumento dell’incidenza dovuto in parte anche agli stessi programmi di screening che fanno diagnosi in stadi precoci di malattia, oggi si muore meno che in passato, tanto che la mortalità fa segnare un calo del 2,2 per cento ogni anno. Circa 9 donne su 10 (87 %) sono vive a 5 anni dalla diagnosi di tumore mammario e 8 su 10 (80 %) lo sono a 10 anni dalla diagnosi. Sono stati identificati molti fattori di rischio per questo t umore, alcuni modificabili, come gli stili di vita (alimentazione povera di frutta e verdura e ricca di grassi animali, l’abitudine al fumo e una vita particolarmente sedentaria), altri non modificabili come età, fattori genetici o costituzionali (come menarca tardivo e menopausa precoce o gravidanze in giovane età).

La prevenzione del tumore del seno deve cominciare a partire dai 20 anni con l’autopalpazione periodica , seguita a partire dai 40 anni da controlli annuali effettuati da uno specialista senologo, affiancati ad esami diagnostici come la mammografia, l’ecografia mammaria e la risonanza magnetica. Nel  5­-7 % circa il tumore della mammella è ereditario, legato cioè alla presenza di mutazioni nel DNA, che nel 25% dei casi coinvolgono geni chiamati BRCA 1 e/o BRCA 2. Donne con mutazioni dei geni BRCA 1 e 2 hanno maggior rischio di sviluppare tumore mammario e/o tumore ovarico; si stima che la mutazione del gene BRCA1 aumenti il rischio di sviluppare un tumore mammario del 45-80% e un tumore ovarico del 20-40%; mentre la mutazione del gene BRCA2 aumenta il rischio di tumore mammario del 25-60% e ovarico del 10-20%. Questo ovviamente non significa con certezza che queste donne si ammaleranno di tumore mammario nel corso della vita, ma il maggior rischio rispetto a donne non portatrici di geni mutati potrà indicare un programma di screening diverso soprattutto in famiglie con lata incidenza di tumore mammario e/o ovarico. I test genetici infatti devono essere richiesti ed effettuati solo dopo valutazione multispecialistica con un genetista. E vanno effettuati solo nelle donne ad “elevato rischio”. Ad oggi, grazie alle numerose campagne di screening e di informazione diffuse su tutto il territorio nazionale, sempre più casi di tumore in stadio precoce vengono diagnosticati in un momento in cui è possibile intervenire portando a guarigione la paziente. All’interno del LIONS CLUB INTERNATIONAL è inoltre presente da diversi anni una importante campagna di prevenzione chiamata PROGETTO MARTINA.

Il progetto ha come obiettivo quello di informare i giovani (tramite conferenze ed incontri dedicati nei licei e in altre istituzioni scolastiche) sulle modalità di lotta ai tumori, sulla possibilità di evitarne alcuni e sulla opportunità della diagnosi tempestiva.  Questo sicuramente contribuisce a far crescere generazioni informate, coscienti, che sappiano come affrontare una malattia sapendo che essa si può combattere e sconfiggere con l’impegno di tutti.

*L.C. Palermo dei Vespri

 

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