PAROLA DI DANTE
Magagna
Gabriella Maggio
Genova
Ahi Genovesi, uomini diversi
d’ogne costume e pien d’ogne magagna,
perché non siete voi del mondo spersi?
(Inferno XXXIII, 152)
Magagna, deverbale di magagnare, dal provenzale maganhar “guastare”, a sua volta forse di origine germanica da ham malattia, vizio, difetto. Dante lo attribuisce ai Genovesi nella celebre invettiva che prende spunto dall’ episodio del nobile genovese Branca Doria, la cui anima è condannata, mentre lui è ancora vivo, ad essere immersa nel ghiaccio della Tolomea e a piangere lacrime gelate. Branca Doria aveva tradito l’ospitalità, avendo fatto uccidere, dopo averlo invitato a banchetto, il suocero Michele Zanche , per strappargli il Giudicato del Logudoro in Sardegna. La voce è presente anche in Purgatorio VI, 110 :
Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura
d’i tuoi gentili, e cura lor magagne;
e vedrai Santafior com’è oscura!
e in Purgatorio XV, 46:
Per ch’elli a me: “Di sua maggior magagna
conosce il danno; e però non s’ammiri
se ne riprende perché men si piagna.
Nell’italiano odierno magagna indica “guasto” o “imperfezione”.