ROBERTO CALASSO O LA RICERCA DI CIÒ CHE VINCE IL TEMPO
Gabriella Maggio
Il mio interesse per i libri – annota Calasso su un quaderno di scuola – ha origini abbastanza remote: anche quando non sapevo ancora leggere, amavo andare con grossi volumi sotto il braccio, su cui disegnavo strane e primordiali figure». I libri hanno segnato tutta la sua vita come editore e come scrittore. A soli ventun’anni nel ’62 Bobi Bazlen lo coinvolge nel progetto della casa editrice, la futura Adelphi, che si accinge a fondare con Luciano Foà. Nel 1971 Calasso ne diventa direttore editoriale e successivamente presidente. L’Adelphi ha segnato la cultura italiana del secondo ‘900, svolgendo un interessante programma culturale, che si spera durevole, attraverso il catalogo dei testi pubblicati. L’ attività di Roberto Calasso resta inimitabile ed esclusiva, frutto di una cultura vasta, animata da curiosità, dal rifiuto delle idee correnti e dall’interesse per il “libro” , segno di un’epoca e di un mondo. All’attività di editore ha intrecciato quella di scrittore appassionato di miti e delle loro varianti, ha inseguito in modo apparentemente asistematico una verità sfuggente e forse inattingibile, ma inestinguibile. Tra i suoi titoli La rovina di Kash, Le nozze di Cadmo e Armonia,Come ordinare una biblioteca. Gli ultimi due in uscita il 29 luglio Bobi dedicato a Bobi Bazlen e Memè Scianca una raccolta di ricordi d’infanzia, hanno accompagnato la sua scomparsa.