PAROLA DI DANTE : VERNACCIA
Gabriella Maggio
Il sostantivo vernaccia è il nome di diversi vitigni coltivati in molte regioni d’Italia,tra queste la Toscana. Attestato già alla fine del ‘200 il termine deriva dal toponimo Vernazza, località delle Cinque Terre in cui in origine si coltivò il vitigno. La sostituzione di azza in accia è spiegabile come adattamento alla fonetica toscana. Nel canto XXIV del Purgatorio tra i golosi Dante incontra anche papa Martino V, colpevole di essere stato goloso di anguille di Bolsena e di vernaccia:
….e quella faccia…
più che l’altre trapunta
ebbe la Santa Chiesa in le sue braccia:
dal Torso fu, e purga per digiuno
l’anguille di Bolsena e la vernaccia.
Il realismo dantesco appare molto attento ai particolari. Infatti le anguille del lago di Bolsena, già note ai romani per la loro bontà, lo erano ai tempi del poeta e ancora oggi sono considerate un prodotto di eccellenza italiana, come anche la vernaccia. Successivamente Giovanni Boccaccio nella decima giornata del Decameron cita la vernaccia nella novella di Ghino di Tacco e l’abate di Clignì : Due fette di pane arrostito e un gran bicchiere di vernaccia da Corniglia . Corniglia è una delle Cinque Terre. Nel Trecentonovelle di Franco Sacchetti si legge : pensò trovare modo di far venire magliuoli ( talee di vite) da Portovenere della vernaccia di Corniglia.