È IL POPOLO!
Carmelo Fucarino
«Francesco – È il popolo! Noi dobbiamo riprendere coscienza del popolo. Noi abbiamo esperienze di popolo nei Paesi più piccoli, per esempio lì si vede di più. La gente è protagonista della storia. Bisogna aprire gli orizzonti, lasciare che la cultura di ogni popolo si esprima e che ci sia un rapporto tra le culture. Una globalizzazione poliedrica con tutte le culture insieme, non quella sferica che annienta tutte le culture. No all’uniformità, sì all’universalità. Dobbiamo far risorgere queste riserve dei popoli. Al contrario, qual è la soluzione proposta oggi, la più facile? I populismi! I populismi cosa fanno? Vanno con un’idea, aggrappano il popolo sotto un’idea, seminano paura – per esempio la paura dei migranti viene dai populismi – e alcuni discorsi di certi leader politici di qualche Paese che ho sentito vanno davvero nella direzione di un populismo pericoloso…un libro che fa la comparazione tra i populismi attuali e il 1932-33 in Germania (Carlo Petrini, Terrafutura. Dialoghi con Papa Francesco sull’ecologia integrale, Giunti, 2020, pp. 77-78).
F- A proposito di Laudato si’, precisa che «non è un’enciclica verde, non è un testo ambientalista. È piuttosto un’enciclica sociale. Se si parla di ecologia, infatti, dobbiamo partire dal presupposto che noi siamo i primi a far parte dell’ecologia. Sembra ovvio ma non è affatto così. Lei sa qual è la principale spesa delle famiglie a livello mondiale, dopo cibo e vestiario?
Petrini: I vestiti… la casa?
F. No. La terza è il trucco, come si chiama…? La cosmesi! Mettendoci dentro anche la chirurgia estetica è la terza voce di spesa al mondo. E la quarta? Le mascotte, gli animali domestici! Questa è una statistica di alcuni anni fa, ma non sarà cambiato tanto. È curioso, no? Non compare l’educazione, per esempio. Ecco allora che in questo contesto è difficile parlare di un nuovo approccio ecologico e di una nuova armonia con l’ambiente. Di fronte a un mondo che spende tanto in queste cose, non è facile! C’è una mondanità di fondo che caratterizza quest’epoca e ci porta ad apprezzare una bellezza artificiale, effimera e leggera… I consumi. Che sono prevedibili, controllabili, che ci parlano di possesso. Vogliamo l’effetto a comando, come con gli animali domestici, vogliamo saper prevedere le risposte. Parlare di ecologia integrale significa ribaltare questa visione, significa che esseri umani e ambiente non sono separabili. È una vera protesta contro questo mondo… Mi preoccupa di come questo populismo di moda è entrato in Europa. Mi viene da pensare ad alcune terribili degenerazioni che abbiamo vissuto in passato, come il messianesimo del 1932-33 in Germania. In quel caso non ci fu bisogno di colpi di stato violenti, bastò il voto della gente che si fece abbindolare da discorsi populisti spacciati per buonsenso. Il populismo è come moneta falsa (pp. 31-33)
PS Ad un sant’uomo che ha subito due interventi (ne bastava uno con un po’ di discernimento) di tre ore, si può augurare tanto bene e tanta sua salute necessaria per noi solo diffondendo la luce del suo insegnamento e del suo umano intelletto. Perciò lascio solo la sua vox clamantis in deserto, poche estrapolazioni di un dialogo che consiglio di leggere intero, e non aggiungo niente da parte mia.