EMOTICON, ANZI EMOJI
Daniela Crispo
Emoticon
Forse non tutti sanno che le emoticon sono diverse dalle emoji. Esse hanno origine da una combinazione di caratteri già esistenti, quali punti, lettere dell’alfabeto, virgole, parentesi ed altri elementi della punteggiatura ed hanno la funzione di rappresentare espressioni facciali umane che manifestano un’emozione. Le emoji, sebbene usate anch’esse per esprimere un’emozione, invece sono state inventate nel 1999 dal gruppo di lavoro del designer giapponese Shigetaka Kurita. In un primo tempo sono state considerate una forma artistica contemporanea e sono state esposte al Moma di New York. Da un primo gruppo di 176 elementi si è arrivati nel 2020 al migliaio. Oggi sono comunemente usate nella comunicazione quotidiana via internet.
Le emoji costituiscono un linguaggio veramente universale, sebbene approssimativo ed elementare. Legate all’espressione delle nostre emozioni sono destinate a cambiare via via che alcune di queste non sono più sentite. Qualche studioso ha voluto stabilire un parallelo tra emoji e geroglifici.
Il parallelismo regge sulle differenze più che sulle analogie. Infatti se le emoji sono destinate a cambiare perché invecchiano, i geroglifici sono praticamente immutabili da millenni. La loro decifrazione cominciata nel 1799, durante la campagna d’Egitto di Napoleone col ritrovamento della Stele di Rosetta , appare oggi molto complessa, e le semplificazioni che a volte si fanno, riescono solo a renderla meno comprensibile. Basti un esempio molto semplice , il disegno di una civetta non sta ad indicare l’animale,come avviene nelle emoji, ma probabilmente si riferisce a qualcosa di simile alle lettere del nostro alfabeto.