PAROLA DI DANTE
Arzanà
Gabriella Maggio
Arsenale di Venezia
Quale ne l’arzanà de’ Viniziani
bolle l’inverno la tenace pece
a rimpalmare i legni lor non sani […] (Inferno XXI, 7)
Arzanà dall’arabo dār aṣ-ṣinā‘a “casa del lavoro”, darsena, arsenale. Dante paragona il cupo, terribile ambiente di Malebolge, in particolare della quinta bolgia dove sono sprofondati i barattieri, al vivace fervore d’opere dell’arsenale di Venezia. La vivezza dell’immagine evocata potrebbe nascere da una grande forza di immaginazione, che ricrea l’atmosfera attraverso l’uso di termini tecnici, o da un’osservazione diretta del cantiere. Infatti egli davvero potrebbe avere avuto modo di ammirare l’arsenale in occasione di un suo passaggio a Venezia, collocabile tra il 1308 e il 1310.