25 MARZO 1300 L’INIZIO DEL CAMMINO
Gabriella Maggio
Nel mezzo del cammin di nostra vita …..Il viaggio di Dante nell’oltremondo comincia, a parere della maggior parte degli studiosi, il 25 marzo del 1300. L’ anno 1300 è importante perché il papa Bonifacio VIII aveva bandito il primo giubileo della chiesa cattolica, ma anche per il suo valore numerico di multiplo di tre e di dieci, rispettivamente simbolo della Trinità e della perfezione divina. Il riferimento personale nostra vita è dato sia dal fatto che Dante è nato nel 1265 sia dalle convinzioni scientifiche della sua epoca,che calcolavano la durata media della vita umana in settant’anni. Nel Convivio, IV,XXIII 6-10 infatti si legge : tutte le terrene vite…convengono essere quasi ad imagine d’arco assomiglianti…lo punto sommo di quest’arco…io credo che ne li perfettamente maturati esso sia nel trentacinquesimo anno. Il giorno 25 marzo viene suggerito da un passo dell’Inferno, XXI, 113-114: Ier, più oltre cinqu’ore che quest’otta,/ mille dugento con sessantasei/ anni compiè che qui la via fu rotta( Dante si riferisce al terremoto che scosse la terra e la valle infernale nell’ora della morte di Cristo). Ma altri eventi rendono quel giorno emblematico: la creazione di Adamo, la concezione e la morte di Cristo e alcuni dei riferimenti astronomici che più volte Dante stesso inserisce nell’opera. Significativa è anche la coincidenza col giorno iniziale dell’anno a Firenze, dove era in uso il computo degli anni ab incarnazione, anziché a nativitate. Il tempo del viaggio dantesco è quindi artisticamente e minuziosamente calcolato sulla base della distanza che lo separa dal suo archetipo, il descensus ad inferos di Cristo. Dante perciò non è mosso soltanto da un ‘esigenza di precisione cronologica, ma dal proposito di conferire all’apertura del racconto un’intonazione solenne, di sapore biblico con la citazione di Isaia XXXVIII,10 : Ego dixi : in dimidio dierum meorum: vadam ad portas inferi . È chiara inoltre l’intenzione di collocare la sua vicenda individuale nel destino comune degli uomini, considerati in un più ampio contesto teologico. Oggi a settecento anni dalla morte, avvenuta nel 1321 si celebra il Dantedì . Dante ci appare non soltanto come grande poeta, ma come Maestro e simbolo dell’Italia nella sua complessità geografica, politica, culturale. Il coro dei consensi entusiastici è unanime e numerosissimo. E. R. Curtius ha scritto che la personalità di Dante sovrasta con la sua statura i secoli e J. L. Borges ha definito la Divina Commedia il più bel libro della letteratura mondiale. H. Bloom lo ha inserito nel suo Canone occidentale.