LA PAROLA DELLA DOMENICA
Gabriella Maggio
Orifiamma
Dettaglio dell’Apparizione della Croce a Costantino -Grazio Cossali, Duomo vecchio, Brescia
Orifiamma, dal francese oriflamme, originariamente indicava il vessillo militare di colore rosso cosparso di stelle o fiamme dorate, insegna militare dei re di Francia dal sec. XII al sec. XIV. È usato successivamente in ambito sacro nella simbologia religiosa cristiana per indicare la fiammella d’oro, emanazione della luce divina, redentrice e purificatrice contro le tenebre oscure del male.Così, sacro e profano si uniscono nella rappresentazione dell’Apparizione della Croce a Costantino del 1606 dipinta dal pittore Grazio Cossali. Si trasforma poi in tecnicismo del lessico artistico, designando una tipologia di decorazione che ha per oggetto le sole piccole fiamme dorate cosparse su tutta la superficie pittorica.
Il termine considerato dai dizionari antico e letterario, registra un unico esempio, novecentesco, tratto dalla lirica di Guido Gozzano, Suprema quies, del1903:
Quei lumi/ rischiarano il silenzio sepolcrale: / allineati stan nello scaffale / mille volumi / che alluminava un mastro fiorentino / d’orifiamme e d’armille in cento nodi.
In àmbito architettonico indica un vaso orifiamma, una specie di orcio, di urna o di grosso vaso festonato e sormontato da una fiamma e utilizzato come ornamento architettonico che corona il vertice e gli angoli di timpani, frontoni o fastigi di edifici sacri o profani.
Indica anche alcune varietà di pesci del genere Carassio, così chiamati per la pinna caudale molto lunga e bipartita.
Quanto al genere del nome, i dizionari etimologici, storici e dell’uso registrano orifiamma come sostantivo femminile, prediligendo per il plurale la forma orifiamme; fa eccezione il GDLI, che annota anche il plurale maschile orifiammi.