ASSAPORARE I SAPORI
Fiorella Vergano
Assaporare, sapore, sapere derivano dal verbo latino sapio ho sapore, ho gusto; emano, esalo un sentore, ho senno, intelligenza, conosco, comprendo. Il significato di avere sapore è riconducibile a una base antica col significato di labbra ( accadico saba- di saptu , ugarittico spt, aramaico septa, ebraico safa labbra, bocca) e perciò richiama il valore originario di essere portato alle labbra. Quello di sapere lo avvicina alla base del greco antico σαφής, -ές, che indica “aver visto chiaramente con i propri occhi” nel senso di veggente ( dall’accadico sapu , guardare, ebraico safa, profeta) ; della stessa base di σοφός saggio, veduta penetrante, che sa per aver veduto. La divagazione linguistica ha lo scopo di rendere evidente l’ampio significato della parola sapore, e del suo derivato assaporare. Chi assapora attiva un’intelligenza sensibile che arricchisce l’ esperienza e anche la vita. Tanto più è importante parlarne oggi considerato che la maggior parte di noi mangia in fretta, talvolta con ingordigia senza fare attenzione ai sapori, anch’essi sempre più omologati. Il cibo che consumiamo è prevalentemente industriale, conservato a lungo e pieno di additivi, tutte caratteristiche che non aiutano ad assaporare. Il piacere del cibo, arricchito anche dalla convivialità che adesso in quest’anno di pandemia ci manca molto, implica anche la di quello che mangiamo, dove e quando si produce, come arriva fino a noi, come è cucinato, come è conservato. Ecco che inconsapevolmente, meglio ancora se siamo noi stessi a cucinare, ripercorriamo la complessa etimologia che dal sapore ci porta al sapere, alla conoscenza, alla cultura. Oggi dovremmo dedicarci ad un’educazione ai sapori e all’ assaporare, per affinare i nostri sensi, scoprendone la molteplice corrispondenza tra gusto, vista, udito, tatto, olfatto.