I SIMBOLI NELLA SOCIETÀ DI MASSA
Tania Morsini
La società di massa è soprattutto una società dell’immagine. Come una valanga si abbatte costantemente su di noi, complici i media ed i social, determinando come a difesa la superficialità dello sguardo. Il nostro occhio corre via veloce da un’immagine all’altra senza percepirla veramente. Il recente assalto a Capitol Hill ha mostrato immagini di personaggi che esibivano sul corpo e sull’abbigliamento diversi simboli. In particolare si è distinto Jack Angeli per la pluralità dei simboli assemblati in maniera sincretistica: un cappello di pelo ornato di corna, il viso dipinto con i colori della bandiera americana, diversi tatuaggi sul torace e sulle braccia. Molti analisti ed esperti si sono impegnati in una lettura senza trovarci un senso sotteso unificante. Stanno tutti sul corpo che semplicemente li contiene e li esibisce. Siamo di fronte ad un procedimento che caratterizza la nostra epoca e che consiste nel riutilizzo di materiali di epoche e culture diverse accozzati insieme secondo un proprio gusto estetico e una personale forma di comunicazione. Se nel privato questi simboli possono avere risonanze profonde, quando diventano pubblici risultano poco comprensibili per la massa e ridotti a pura immagine assorbita nel vortice delle altre. Pertanto quello che J. Angeli riesce a comunicare in maniera grossolana è la volontà di esibire la contrapposizione tra natura, rappresentata dalla nudità, dal copricapo di pelo, dalle corna, e la cultura rappresentata dal luogo in cui si svolge la scena di violenza. La forza bruta del popolo, indicato con i colori della bandiera dipinti sul viso, contrapposta al processo di civilizzazione delle leggi che regolano la vita dello stato. Ma nella società di massa le sfumature di significato non vengono percepite, viene compresa invece con chiarezza a primo sguardo la violenza della scena nel suo complesso.