SATURNALIA
Gabriella Maggio
Tra il 17 ed il 23 dicembre, al solstizio d’inverno , nell’antica Roma si festeggiavano i Saturnalia in onore del dio Saturno. L’origine della festa, riportata dalle fonti con diverse varianti, si perde nel tempo e nelle affascinanti pagine degli studiosi che rievocano i miti più antichi. Varrone pone Saturno tra gli dei portati a Roma dal re sabino Tito Tazio. Il nome del dio deriva, sempre secondo Varrone , ma anche secondo Macrobio, dal verbo serĕre, seminare, e per questo è stato rappresentato con una falce in mano e gli si è attribuito l’insegnamento dell’agricoltura agli uomini. Nel tempo l’originario mito italico di Saturno è stato assimilato a quello del greco Crono, di cui accoglie la cacciata dall’Olimpo da parte del figlio Zeus, mantenendo però il contatto con la terra italica originaria, perché trova rifugio nel Lazio (da latēre , stare nascosto, celarsi) presso il re Giano, che, grato del dono dell’agricoltura, lo associa al regno.
Saturno, Museo Archeologico , Napoli
Con Saturno hanno inizio i saturnia regna in cui vigono l’abbondanza, la pace e l’uguaglianza. In questa fase del mito compare anche la moglie Ops, dea dell’abbondanza. La festa in onore del dio, i Saturnalia, era contraddistinta da banchetti pubblici e privati dove si mangiava e si beveva a volontà. Si poteva giocare eccezionalmente a dadi, negli altri giorni proibiti, si scambiavano doni di vario genere, tra questi i sigillaria, statuine di terracotta o di pasta, accompagnati dal saluto augurale : Io, Saturnalia; si disponevano ghirlande di agrifoglio, pianta sacra a Saturno, sulle statue del dio e nelle case ; servi e padroni indossavano il pilĕus , il berretto a forma di cono usato dagli schiavi affrancati , i liberti. Nell’immaginario dei poeti i Saturnali sono “Saturnalibus, optimo dierum!”,il più bello dei giorni, sciupato spesso però dai brutti doni ricevuti dagli amici, come si può leggere in Catullo e Marziale .