PAZIENZA E SCIENZA
Pino Morcesi
Anche le comunità umane del neolitico dedite all’agricoltura hanno subito l’aggressione di qualche parassita zoonotico proveniente da animali allevati o selvatici. Le fosse comuni rinvenute in Asia incoraggiano gli studiosi a pensare che siano dovute a epidemie piuttosto che a crisi agricole, come un tempo si è pensato. Probabilmente queste erano dovute al manifestarsi d’infezioni dal ceppo di Yersinia pestis e delle sue mutazioni. Un freno alle pandemie allora erano soltanto la fuga o l’immunità di gregge. La medicina fondata su basi magico-intuitive non aveva ancora strumenti efficaci tranne il distanziamento dell’impuro. Ma anche se essa si fondava su basi razionali attribuiva la trasmissione del morbo all’aria e pertanto considerava vano ogni rimedio. In epoca storica numerose sono le “ pestilenze” di cui sono tramandare l’entità, la durata, il grande numero di vittime. Dalla pestilenza che colpì Atene nel 430 a. C. e durò circa cinque anni a quella avvenuta a Roma durante l’impero degli Antonini. Al tempo dell’imperatore Giustiniano nel VI sec. d. C. si verificò la prima pandemia di peste, che ebbe effetti catastrofici sulla popolazione e sull’economia. Venne superata mediante l’immunità di gregge o probabilmente perché i topi divennero resistenti alla malattia. Col tempo si escogitò la quarantena nei lazzaretti, per primi furono i Veneziani durante la pandemia di peste nera del XIV. Ma questi “rimedi” non furono efficaci per altre pandemie di cui non si conosceva il vettore come la febbre gialla . La pandemia di colera è stata debellata quando si scoprì che il vibrione si trasmetteva con l’acqua. I vaccini hanno sconfitto il vaiolo, la poliomielite e l’influenza. Quello che accadrà con l’attuale pandemia ancora non sappiamo, ma sicuramente sarà la scienza a suggerire la strategia. Ancora dobbiamo avere pazienza e accettare mascherine e distanziamento.