I PRESEPI PIÙ ANTICHI

Carla Amirante

Ph. 1

La prima espressione artistica della Natività del Cristo si trova sul soffitto di una nicchia all’interno delle catacombe di Priscilla a Roma, risalenti al II sec.: è un affresco del III sec. che s’ispira ad alcuni racconti tratti dai Vangeli di Luca e di Matteo. Nel dipinto sono raffigurati Maria, con in grembo Gesù Bambino e un profeta accanto che indica la stella, che nell’l’Antico Testamento è simbolo della venuta del Cristo sulla terra ( ph. 1).  L’idea che il tema della nascita di Gesù sia stato intensamente sentito già nelle prime comunità cristiane è rafforzata anche dalla presenza sul luogo di un altro dipinto, ancora più antico, che raffigura l’adorazione dei Magi, i saggi astrologi che, secondo il Vangelo di Matteo, seguendo l’astro partirono da Oriente per arrivare a Betlemme e adorare il bambino Gesù. Ma nel presepe, quello tradizionale come è allestito ai giorni nostri, sono presenti molti più personaggi, luoghi e simboli a noi cari. Tra i primi esempi di presepio più simili a quelli attuali ce ne sono due risalenti al IV sec. che si trovano rispettivamente a Siracusa, in Sicilia, e a Boville Ernica, nella Ciociaria in provincia di Frosinone. A Siracusa, nel museo archeologico regionale “Paolo Orsi”, è custodito un sarcofago in marmo risalente al IV secolo d.C., chiamato “Sarcofago di Adelfia” che fu realizzato per volere del suo sposo il conte Valerio e reca l’iscrizione: (H)ic Adelfia c(larissima) f(emina) / posita compar Baleri comitis” (Qui giace Adelfia ‘clarissima femina’). L’antico reperto, ritenuto il più antico del mondo, fu ritrovato il 12 luglio del 1872 all’interno di un cubicolo delle catacombe di San Giovanni, nelle viscere di Siracusa, che è seconda solo a Roma per estensione dei percorsi catacombali e presenta tracce di una devozione cristiana molto antica. Tanti furono i siracusani che accorsero per ammirare e scortare il sarcofago fino in piazza Duomo, dove si trovava allora il Museo nazionale archeologico. Sul sarcofago, decorato con immagini prese dall’Antico e dal Nuovo Testamento,   sono scolpiti ben due presepi, unici nel loro genere per la decorazione molto particolare e raffinata della Natività. Nella prima scena, in alto a destra, vicino a una rustica capanna ci sono l’angelo che annuncia la nascita del Salvatore, la Madonna seduta su di una roccia e  Gesù in fasce dentro un cesto con il bue e l’asinello che lo scaldano con il loro fiato. Ci sono pure i tre Re Magi, scolpiti con molta cura, che portano sulla testa una corona arricchita da una gemma d’oro e indossano una tunica con la clamide, il corto mantello greco-romano che veniva indossato dai militari e dai viaggiatori. I tre saggi orientali recano nelle mani l’oro, l’incenso e la mirra per offrirli al Bambinello.(ph.2)

 ( ph.2)

La seconda scena del presepio si trova in basso al centro del sarcofago, qui invece il piccolo Gesù, seduto in grembo alla Madonna, tende le mani per accogliere i doni offerti dai Magi. I rilievi del sepolcro recano ancora alcune tracce di policromia e si sviluppano su un doppio registro con al centro una valva a forma di conchiglia che racchiude i busti dei due sposi, stretti in un affettuoso abbraccio coniugale: probabilmente i personaggi raffigurati sono quelli di Adelfia e e del conte Valerio. Alcuni sostengono che il medaglione di materiale diverso sia stato adattato al sarcofago e che le figure menzionate nell’iscrizione non siano quelle scolpite sul medaglione. Se è giusta la correlazione fra questi personaggi e i nomi citati nel cartiglio, i personaggi ritratti dovrebbe essere il comes Lucius Valerius Arcadius Proculus Populonius, consularis Siciliae negli anni 325-330, probabile proprietario della villa romana di Piazza Armerina e sua moglie Adelfia, rinvenuta all’interno del sarcofago.  Per ricreare l’atmosfera del luogo dove è stato rinvenuto il sarcofago è stata costruita una rotonda simile a quella esistente nella catacomba siracusana e sono stati allestiti dei pannelli esplicativi che raccontano la storia di questa antica testimonianza di fede e speranza nella salvezza eterna. (ph 3)

Ph.3

L’altro presepe più antico del mondo si trova a Boville Ernica, in Ciociaria, è stato rinvenuto nel 1941 in un’antica villa romana del luogo e conservato in una cappella del presbiterio del Duomo di San Pietro Ispano. Sul sarcofago c’è scolpita l’immagine dettagliata di un presepe che, realizzato in una bottega romana, tra il III o IV sec., secondo le ricerche effettuate, testimonia l’antica religiosità cristiana sul territorio del basso Lazio. Ammirando il sarcofago di Boville, si resta stupiti dalla maestria dello sculture nella definizione dei particolari; si vedono scolpite le figure di Gesù Bambino, dei pastori adoranti, dei re Magi, che vanno verso la capanna per rendere omaggio al “Bambinello”, e della stella cometa sopra la capanna. (ph.4)

ph.4

Secondo alcuni, il sarcofago di Boville rappresenterebbe una mappa astronomica, che raffigura la posizione delle stelle nella notte in cui nacque Gesù; infatti è disegnata la stella di Davide a sei punte, una supernova o la cometa che, come la tradizione cristiana racconta, apparve in cielo per annunziare la venuta del Messia sulla terra. Sul sarcofago c’è pure scolpita una grata con le due ante di un cancello, come a  indicare la “Porta del Paradiso”. Nella parte alta dell’opera poi, un nastro o fregio retto da due angeli ricorda due episodi tratti dall’Antico e dal  Nuovo Testamento. Dall’Antico Testamento è ripreso l’episodio dei tre pargoli che si rifiutano di adorare gli dei pagani e attendono il Messia annunziato dalle stelle; invece dal Nuovo Testamento è preso il racconto dei re Magi che seguono il cammino indicato dalla stella cometa per trovare il Messia.

 

 

 

 

 

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