INTEGRAZIONE

Pietro Manzella

Oggi si parla molto ed ovunque di integrazione: noi  verso gli altri, a volte gli altri  verso noi. A questo punto mi sovviene una riflessione su un ulteriore  significato che potrebbe essere fornito dalle due facce del leone impresse nel distintivo del  Lions Club International, rivolte con  la bocca e gli occhi in direzione opposta ma racchiusi nello stesso cerchio di metallo  all’interno della medesima scritta: Lions Club International con al centro una grande “L”.  Gli “Stati Generali del Lionismo siciliano” , a mio avviso, sono stati un’ottima iniziativa, con la presenza di eccellenti relatori e con un entusiasmante risultato finale. Tutto ciò , però, deve costituire un trampolino di lancio per il futuro  del lionismo, proiettato al miglioramento qualitativo di ciascun Associato  e dei “service”.Volendo mutuare un concetto medico, la riunione degli “Stati generali” è stata simile ad un esame  diagnostico di laboratorio degli oltre 60 anni  del lionismo siciliano, mentre per mutuare un concetto giuridico: una ricerca accurata di giurisprudenza evolutiva degli anni trascorsi.  Ma sia l’indagine medica che quella giuridica  cosa avrebbero evidenziato di anomalo e cosa si può fare , a mio avviso, per migliorarci?  La prima ha rilevato la ricerca  dei mali che affliggono l’uomo (l’associato) nella speranza di trovare ,oltre che una terapia, anche un vaccino che li possa debellare;  la seconda  ha ricercato indirizzi comportamentali più conformi possibili a principi giuridici e costituzionali a tutela degli interessi sia di un singolo che di una collettività da traslare in atti difensivi. A mio avviso, un metodo  di studio ed un principio di ricerca volto al miglioramento sia personale che collettivo tra associati e cioè il principio di una  reale integrazione. Con lo studio del passato e la tecnica moderna si è cercato di realizzare un prodotto migliore ed efficace, in tempi più brevi del consueto, e con risultati altamente più efficienti.  Basti pensare per un attimo anche alla nostre famiglie: tutti siamo stati figli e tutti ,chi più chi  meno, abbiamo avuto dei dissidi con i nostri genitori per ottenere conquiste sulle proprie libertà personali, che da questi ultimi non erano condivise, accettate ed elargite ; tutti o quasi tutti siamo stati o lo siamo ancora, genitori e tutti abbiamo avuto ed abbiamo simili dissidi con i nostri figli per i medesimi  motivi avuti con i nostri genitori, ma con la differenza che oggi, pur non essendo mutati  gli scopi dei contrasti( la conquista delle proprie libertà di azione), è mutato il contesto sociale dove estrinsecarle , da noi ritenuto più insidioso per i  nostri figli, anche perché, forse, non lo conosciamo bene. Pertanto, ritornando agli “stati generali”, ritengo che da questa indagine, sincera ed accurata, sia emersa una corale mancanza di efficace comunicazione  e, quindi, la necessità della ricerca di una reale integrazione generazionale all’interno dei nostri club ,che si ripercuote inevitabilmente nella nostra Associazione, per cui  gli anziani parlano poco con i giovani associati ,creando spesso delle  posizioni di “trincea mentale”, mentre i giovani, a loro volta, chiudono il dialogo poiché i primi non sono sempre elastici con loro a comprendere subito il trapasso delle nuove metodologie di comunicazione sviluppatesi nel nuovo assetto sociale mondiale, che è sempre in continua evoluzione. Quindi  ritornando alle due teste del leone, sebbene continuino a guardare verso orizzonti opposti ( passato e futuro), ci dicono con forza e determinazione che all’interno della nostra Associazione i valori ed i principi voluti dal fondatore Melvin Jons sono il punto nodale , la forza trainante e distintiva del Lionismo internazionale e non sono mai stati cambiati: visione, missione, scopi e codice dell’etica. Pertanto, in definitiva per il futuro, a mio avviso, occorre soltanto conoscerli meglio, studiarli, approfondirli, applicarli e  viverli intensamente, con serietà ed umiltà, sia pure con metodologie nuove, conseguenti all’ evoluzione dell’uomo sociale per trasferirli ,mediante  “service”ai soggetti bisognosi, realizzati in maniera sempre più efficaci ed efficienti. In conclusione, sono decisamente convinto che è necessaria ed indispensabile, per un prospero futuro del lionismo,  una maggiore formazione a tutti i livelli degli Associati, giovani e meno giovani, una formazione che sia consapevolezza e responsabilità dei ruoli che, di volta in volta,  si assumono in quanto affidatici,  ma una formazione che sia integrazione all’interno dei clubs tra le diverse generazioni che si avvicendano naturalmente, mediante una reale comunicazione , sia interna che esterna, efficiente, paziente, umile e propositiva; una formazione che sia frutto di un lavoro di squadra, come le ricerche diagnostiche nei laboratori ,non d’ iniziative egocentriche ; una formazione che sia dinamica ed interattiva tra le parti, gioiosa e di cui non ci si deve vergognare a chiederla; una formazione che deve fare crescere la voglia di rimanere nei club e di sorridere con gioia quando dal mondo esterno arriverà un semplice “grazie” alla nostra Associazione Internazionale; una formazione che è rivolta anche all’applicazione dei principi di sussidiarietà nei confronti della Pubblica Amministrazione, che deve recepire i nostri suggerimenti; una formazione che dia dignità all’uomo Lion, che si rivolge a persone estranee all’ Associazione stessa , che devono riconoscerci come coloro i quali possiedono, insieme, una marcia in più nell’aiuto umanitario mondiale, attraverso il “WE SERVE”.

 

 

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