PER GIGI PROIETTI

Irina Tuzzolino

«Raccontare la propria vita non è cosa da tutti – scrisse sempre nella sua autobiografia – Certo, chiunque può ricordare gli episodi, cercare di storicizzare, fare riflessioni su come passa il tempo e come cambiano le cose. Ma l’odore della povertà misto a quello del sugo della domenica, i richiami delle mamme ai figli discoli che non tornano per cena, l’allegria irrecuperabile del mercato, le chiacchiere sui marciapiedi come li spieghi a chi non c’era? I ‘faccio un goccio d’acqua sui muri ancora freschi di calce, la partita a tressette, la vita in strada, le donne ai davanzali, le chiacchiere dei disoccupati… Tutto questo, come puoi farlo rivivere in chi legge?», per arrivare a concluder che «forse non è stato neppure come lo ricordi tu, perchè nel ricordo hai enfatizzato qualcosa, e qualcos’altro hai rimosso». Così  Gigi Proietti scriveva nella sua autobiografia. Si è spento per un arresto cardiaco nel giorno in cui compiva 80 anni; è stato un attore completo, ha saputo coniugare il “basso” e l’“alto” della comicità italiana senza mai eccedere da un lato nel volgare, dall’altro nel trombonismo. Certamente ci mancherà .

 

 

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