INDIMENTICABILI! LE PICCOLE RADIO LIBERE

Breve racconto di Andrea di Napoli

 

In quella breve, ma intensa, stagione giovanile, Fabio non aveva mai il tempo per finire i compiti a casa. Il martedì ed il giovedì, per esempio, riempiva un logoro borsone a tracolla con sei o sette long-plaing e inforcava la bicicletta per raggiungere lo studio radiofonico. La trasmissione che conduceva insieme all’amico Marcello andava in onda alle 21.07, subito dopo i comunicati commerciali, e veniva affrontata ogni volta con un crescente entusiasmo.I gusti musicali di Fabio e Marcello erano piuttosto differenti, ma comunque distanti dai balordi “dischi per l’estate” e dalle classifiche di “hit” commerciali che imperversavano su tutte le stazioni radiofoniche nei programmi destinati alle “dediche e richieste”. In genere solo a tarda notte il palinsesto di qualche emittente particolarmente audace dedicava un’oretta all’italico progressive-rock, al jazz, alla canzone d’autore o a qualche brano di musica d’avanguardia e le relative informazioni andavano ricercate tra gli articoli più nascosti delle riviste specializzate. Stranamente Fabio e Marcello non avevano imparato a suonare alcuno strumento, limitando la propria attenzione e la propria competenza all’ascolto della musica e delle parole che, dopotutto, “parlano”. In precedenza ognuno di loro, per conto proprio, aveva dato ampia disponibilità a qualche radio libera, ma i generi proposti erano poco orecchiabili e poi, senza uno sponsor pubblicitario, era difficile riuscire ad ottenere uno spazio da gestire a piacimento.

Tutto era cominciato per caso. A dispetto delle minuscole dimensioni del portoncino sulla strada e dei locali all’interno, la targa recitava testualmente “Radio Mega Center” e, quella volta, Fabio e il suo amico entrarono insieme per curiosare e conoscere l’ambiente. I proprietari confessarono candidamente che il nome dell’emittente non doveva suggerire “manie di grandezza”, al contrario, infatti, in segno di modestia, il nome originale era “Omega” come l’ultima lettera dell’alfabeto greco, solo che, per un banale errore di trascrizione, fu registrata diversamente. La proposta di collaborazione avanzata da Fabio e Marcello venne accolta non con la consueta richiesta di una breve cassetta audio di prova, ma scaraventandoli subito nello studio e “mandandoli in diretta” insieme su tutto il territorio cittadino. Sulle note del Concerto brandeburghese n.2 nel tempo allegro di J.S. Bach, i neo conduttori si presentarono con disinvoltura ed illustrarono agli ascoltatori il loro progetto che prevedeva che ciascuno curasse i generi che prediligeva in una ragionata alternanza di rithm-n-blues, swing, musica popolare o sinfonica con brevi incursioni nei canti rinascimentali e siccome ritenevano che “fosse un gioco a cui avrebbero giocato poco” continuarono per circa due ore a trasmettere e a commentare i brani che amavano cambiando rapidamente i dischi sui tre piatti di cui disponevano. Il programma si rivelò originale e venne apprezzato.Era nato Fuori Circuito, l’alternativa all’ascolto dei normali canali radiofonici. In quegli indimenticabili anni delle piccole radio libere, accadeva con una certa frequenza che anche l’attualità, la cronaca e la politica diventassero prepotentemente argomenti di discussione, ma, in certi casi, i due giovani, come dei collaudati “addetti alla comunicazione”, seppero, con pacatezza e lucidità, analizzare il drammatico fenomeno, suscitando perfino la commozione degli ascoltatori.  La Storia fu spietata con molte emittenti che ad un certo punto scomparvero dall’etere a causa dei potenti network che rastrellavano tutta la pubblicità e conquistavano gli ascoltatori con i loro jingle allegri e accattivanti. Anche l’avventura della ingenua Radio Mega inevitabilmente si concluse e Fabio e Marcello non parlarono mai più ad un microfono. Rapidamente le voci dei moderni disc-jockey iniziarono a somigliarsi tutte e a dire le medesime cose, di conseguenza anche i gusti degli ascoltatori, sostanzialmente, si uniformarono senza alcuna eccezione.

Ogni riferimento a luoghi e persone realmente esistiti o a fatti avvenuti è casuale.
Le fotografie appartengono all’autore.

 

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