LA PAROLA DELLA DOMENICA
Gabriella Maggio
Popolo
Popolo, dal latino pŏpulus ( forma raddoppiata della radice Par- Pal , che ha il senso di mettere assieme, riunire del sanscrito pŗ-nâmi- par-nâmi , riempio) indica un insieme di individui riuniti da territorio, lingua, leggi, tradizioni, religione, usi, costumi. I pareri degli studiosi sull’etimologia di popolo non sono però univoci. Secondo G. Devoto, infatti, populus deriva dall’etrusco poplu, schiera armata, suffragata anche dal termine magister populi , colui che organizzava gli uomini in esercito, risalente al periodo regio, e dal verbo populor, saccheggiare, che presuppone il significato di pŏpulu come esercito. Ancora oggi interessante è la definizione di popolo data da M. Tullio Cicerone nel “De re publica” I, XXV :
“Populus autem non omnis hominum coetus quoquo modo congregatus, sed coetus multitudinis iuris consensu et utilitatis communione sociatus”.( Ma non è popolo ogni moltitudine di uomini riunitasi in modo qualsiasi, bensì una società organizzata che ha per fondamento l’osservanza della giustizia e la comunanza d’interessi).
Diversamente nei cinquecenteschi “Ricordi” di Fr. Guicciardini:
“Chi disse uno popolo disse veramente uno animale pazzo, pieno di mille errori, di mille confusione, sanza gusto, sanza diletto, sanza stabilità.”
Nel ‘900 così si esprime S. Satta :” I governanti che sentono progredire l’avversione delle correnti politiche, e non si rassegnano a compiere il gesto logico che potrebbe salvarli e salvare con essi il paese, si appellano al popolo , e distinguono l’autentico popolo da chissà quale altro che sarebbe non autentico…c’è nell’idea di popolo la stessa vaghezza e indeterminatezza che vi è nell’idea di dio, di quel dio pratico e strumentale che serve e non è servito, e al quale pure quegli stessi governanti vediamo appellarsi, poiché come il popolo, egli sta infallibilmente con chi lo invoca.” De profundis,XIII, p.63ed. Piccola Biblioteca Adelphi.