NETIQUETTE
(Daniela Crispo)
Il salon di M.me Lemaire di Pierre G. Jeanniot
Per molto tempo si è creduto, insieme ad Amy Vanderbilt , che le buone maniere sono il codice stradale della società. La polverizzazione della società o se si preferisce la sua liquidità hanno mandato in soffitta le buone maniere con sollievo di chi le ignora e non ne comprende l’utilità. Eppure sono un segno di distinzione, testimoniano che si occupa un posto che non ci si è accaparrato a spintoni; inoltre richiedono lentezza, una conversazione civile, l’ adattamento all’ambiente in cui ci si trova senza rinunciare a essere se stessi, rivelare dettagli dai quali emerge una certa raffinatezza. Le buone maniere sono state sintetizzate nella parola etichetta, dal francese étiquette. Oggi si parla di netiquette, incrocio tra net ed étiquette , una sorta di codice per arginare la villania nella rete. Si tratta di consigli e raccomandazioni per ribadire che internet è un mezzo di comunicazione utile e che si è responsabili di usarla scorrettamente. Consigli semplici e utili che richiedono la mera burocratica applicazione. Si trovano facilmente nel web. Non richiedono un particolare apporto personale fatto di formazione culturale e educazione della sensibilità. Basta un clic.