UNA STRETTA DI MANO ED UN ABBRACCIO
(Pietro Manzella *)
Un acerrimo nemico invisibile dell’uomo, tale “coronavirus”( COVID-19), si è infiltrato subdolamente nei nostri tessuti vitali e sta piegando le ginocchia dell’umanità intera; sta facendo scoprire a molti una “religiosità quasi da paura” con l’avvicinamento quotidiano alla preghiera, sta facendo riflettere su molteplici aspetti concettuali della libertà, che si riteneva una conquista, definita e consolidata, di quella società c.d. “civile”, che credeva di doverla vivere freneticamente e senza limiti , a discapito di altri che continuavano ,invece, a sperarla perché non l’avevano mai conosciuta. Questo “virus”, forse, ha invitato, involontariamente e per assurdo, anche noi LIONS del mondo a fare qualche ulteriore e più sincera riflessione sul significato intrinseco del nostro Codice dell’Etico, riletto sotto i riflettori di una consapevole impotenza di fronte alla paura mortale di una umanità estremamente civilizzata, ma molto liquefatta in alcuni valori eccessivamente globalizzati. Mi sono chiesto, pertanto: quante strette di mano, quanti abbracci e baci abbiamo dato e ricevuto in questi anni, ogni giorno e durante il giorno anche più volte, ma abbiamo sempre metabolizzato il reale significato e la sublimità di tali gesti? Mi sono chiesto, ancora, quante volte questi atteggiamenti non fossero nella realtà che baci ed abbracci di Giuda, di un Giuda pronto a tradire o mistificare, a rinnegare o ingannare !? Al momento dell’ ingresso in questa grande Associazione mondiale (LCI), ciascuno di noi ha proclamato ad alta voce una promessa di appartenenza e un impegno a seguire delle regole morali di comportamenti, inserite e descritte, con oculata attenzione ed intuizione umanitaria, nonché con tanto senso di rispetto verso il prossimo, nel Codice dell’Etica, rimasto immutato da oltre 100 anni.Pertanto oggi, a causa di questa inaspettata pandemia devastante e mortale, posto di fronte a quello “specchio interiore”, col quale a volte ci si dime ntica di parlare, rileggendo il Codice dell’Etica, mi sono sinceramente interrogato se ciascuno di noi: Abbia sempre dimostrato la serità della vocazione al “servizio” a cui siamo stati chiamati e che liberamente abbiamo proclamato di accettare? Abbia sempre perseguito il successo in questo progetto, senza avere pregiudicato mai la dignità e l’onore di altri? Abbia sempre risolto ogni dubbio o pretesa nei confronti di altri con spirito altruistico, risolvendolo se necessario contro noi stessi? Abbia sempre considerato l’amicizia come fine e non come mezzo? Abbia sempre avuto presente i “doveri” di buoni cittadini verso la nostra Patria e le Comunità tutte, apprestando con lealtà le nostre capacità morali, sociali e personali? Abbia sempre dimostrato di essere solidale verso i deboli? Abbia sempre dimostrato di essere cauto nelle critiche ma generoso nelle lodi per costruire e non distruggere? Spesso i comportamenti dell’uomo sono tali da indurre a ritenere, che l’”essere umano” sia un “essere superiore” , così come chi emana e amministra le leggi di uno Stato ritenga, a volte, di essere superiore alle leggi medesime, dimenticando, invece, l’esistenza di quel senso dell’indignazione di fronte ad atti realizzati men che corretti eticamente . Andrè Gide diceva: “La mia vecchiaia avrà inizio quando smetterò di indignarmi”. Ritengo che, essendo la libertà erede della capacità di indignarsi, perché nasce dal medesimo coraggio, noi Lions non possiamo né dobbiamo smettere di indignarci nei confronti di coloro che, anche solo formalmente, si ritengono “esseri superiori”, dimenticando di applicare o le applicano in maniera distorta, quelle regole comportamentali volute dal fondatore della nostra Associazione, Melvin Jones. Dobbiamo ancora continuare a nascondere il sole dietro il dito dell’ipocrisia, dimenticando spesso l’obiettivo principale (We serve = io e tu insieme serviamo) per un egoistico carrierismo personale, camuffato da un effimero ”apparire” , invece di un reale “essere”?! Libertà comportamentale significa anche responsabilità ed ogni Lions del mondo è e deve essere responsabile della propria e dell’altrui libertà di vivere dignitosamente, perchè la forza della vita è più potente della tragedia della morte, intesa “latu sensu”. Diceva Piero Calamandrei che “la libertà è come l’aria : ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”. L’amore-aria,quindi, per noi Lions deve essere un vaccino che immunizza, una terapia che guarisce, come ciò che agogniamo, con tanta speranza in questo momento di lotta al virus invasivo e letale perchè la speranza è un’altra declinazione della libertà di vivere per poterne gustare i reali valori esistenziali, tra cui il rispetto reciproco e la condivisione, nel cammino per il raggiungimento di obiettivi umanitari comuni . Quindi, mi auguro ed auspico che, quando questo periodo di restrizione forzata ma necessaria delle nostre libertà, nel quale ciascuno ha potuto ritrovare dentro sè stesso gli autentici valori morali e sociali, forse in qualche modo dimenticati e/o fagocitati da una massiva globalizzazione informe, sarà finito e tutti potremo tornare alla “ex normalità” della nostra vita privata e di relazioni, ogni stretta di mano, ogni abbraccio ed ogni bacio, ritorni ad appropriarsi del suo intrinseco valore e significato: donare e ricevere amore sincero, leale ed incondizionato per “costruire” insieme e non per “distruggere” nel rispetto dell’intramontabile Codice dell’Etica .
- FDI , Socio del L.C. Palermo dei Vespri