COSA FARE SE UN NOSTRO AMICO GIOCA TROPPO D’AZZARDO

(Ciro Cardinale*)

Ludopatia. Così viene definito l’impulso irresistibile di fare scommesse o di giocare d’azzardo, fino ad arrivare a mettere pure in crisi i rapporti con amici, familiari e parenti, perdere il lavoro e finire sul lastrico, con costi sociali e personali immensi. Il fenomeno purtroppo si va sempre più diffondendo, colpa anche la crisi economica e sociale, che spinge molti, troppi a tentare la fortuna con scommesse, gratta e vinci e giochi vari. E così è sempre più frequente che un amico o un parente possa essere affetto da ludopatia, che ormai è stata riconosciuta come una vera e propria sindrome. Cosa fare allora? Come possiamo intervenire per aiutarlo? Innanzitutto vediamo quali sono i giochi d’azzardo, così sgombriamo il campo da possibili equivoci. Sono considerati “giochi d’azzardo” tutti quelli che si basano sulla sorte, dove l’abilità del giocatore è nulla, come le lotterie, la roulette, le slot machine, i dadi, ecc. Anche la tombola è teoricamente considerata un gioco d’azzardo, perché bisogna confidare solo nella “dea bendata” per le vincite. Ovviamente la tombolata in famiglia sotto le feste, con le cartelle “acquistate” un euro ciascuna e con la cinquina rappresentata da una stecca di torrone, ha un effetto quasi nullo sulla nostra psiche e sulle nostre tasche, ma se lo zio o l’amico, finite le feste, cominciano a frequentare quotidianamente le sale gioco, spendendo centinaia di euro al giorno, allora la cosa diventa davvero preoccupante. Chi gioca può iniziare a farlo solo per caso, magari comincia a vincere piccole somme, si appassiona al gioco e si convince addirittura che è molto abile o molto fortunato e che può ripetere le vincite all’infinito. Così comincia a giocare sempre più frequentemente, investendo somme sempre maggiori per provare sempre più piacere o per rifarsi delle perdite che inevitabilmente sono cominciate ad arrivare. E così entra nel vortice del gioco d’azzardo, da cui è difficile uscirne da soli. Ed allora, come possiamo aiutare un ludopatico? Ci si può rivolgere a strutture specializzate nell’offrire un aiuto specifico, oppure alla propria Asl. Ma il problema fondamentale è che spesso chi gioca non ammette di avere un problema, tende a minimizzare o a negare l’evidenza dei fatti e contro la sua volontà non potrà attivarsi mai alcun percorso di aiuto veramente efficace. La legge comunque prevede alcuni meccanismi a tutela del  ludopatico e della sua famiglia, anche sotto il profilo economico, come l’amministrazione di sostegno, che consente di affiancare un amministratore nominato da un giudice ad un soggetto che si trova in uno stato di difficoltà fisica o psichica, anche parziale o temporanea, di provvedere in modo adeguato ai propri interessi, perché lo aiuti a compiere gli atti della vita quotidiana e di gestione dei propri beni. Quindi affiancando un amministratore al ludopatico si impedisce che egli possa dilapidare tutto lo stipendio o tutto il suo patrimonio al gioco, perché questi atti dovranno passare al vaglio di un’altra persona. L’amministrazione di sostegno si può chiedere solo per i maggiorenni, presentando un ricorso al giudice tutelare (per i minorenni c’è la tutela esercitata dai genitori o in loro mancanza da un tutore nominato dal giudice). In questo modo si offre un aiuto specifico, non particolarmente invasivo e rispettoso della dignità della persona, in grado di evitare i danni, economici e non, cui il giocatore va incontro. Il ricorso può essere presentato dallo stesso interessato, dal coniuge, dal convivente, dai familiari ed anche dagli assistenti sociali. Il giudice, sulla base dei fatti esposti in ricorso e sentiti gli interessati ed i servizi sociali, nominerà con decreto l’amministratore di sostegno, scegliendolo tra le persone indicate dell’interessato o tra chi appaia più idoneo al delicato compito, specificando quali atti è autorizzato a compiere. La durata dell’incarico viene stabilita dal giudice nel decreto. L’amministrazione di sostegno viene meno in caso di guarigione dalla patologia, oppure quando l’amministrazione di sostegno non è più lo strumento adatto a tutelare l’interessato, essendo necessario seguire un’altra strada. Nel caso in cui la situazione si peggiore e ci siano esigenze di maggiore tutela dell’interessato, si può pure arrivare all’interdizione, che toglie al soggetto ludopatico ogni possibilità di compiere gli atti sia ordinari che straordinari. Altri strumenti collettivi preventivi di intervento di fronte al diffondersi della “smania del gioco” sono le ordinanze dei sindaci che disciplinano gli orari di apertura delle sale da gioco o il divieto di pubblicità di giochi o scommesse sulla carta stampata, la tivù o Internet.

*L.C. Cefalù

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