CORONAVIRUS
( Dante Maffia)
Nel pieno della battaglia
i poeti devono zittire;
elaborare metafore e chiuderle
in un cassetto di sicurezza
perché,
dice Tucidide,
il nemico potrebbe
averne qualche vantaggio.
Ma questa del Coronavirus è una guerra
contro un nemico invisibile
e allora che si dispieghi il canto
per ogni dove; che lo innalzino le sirene,
i lupi, gli orsi, le stelle del firmamento,
le prostitute e le formiche,
gli echi delle grotte
e la fioritura dei mandorli
e ognuno
nella propria lingua,
con il proprio cuore.
Certo,
dovevamo rimboccarci le maniche
prima che all’Indifferenza
crescessero le ali, prima che i pipistrelli
tentassero di diventare uomini
lacerando
l’involucro della Terra in più parti.
Una cortesia: le religioni restino in disparte,
ognuno preghi quando e dove vuole,
ma non straripi e non imponga.
Facciamo un po’ i conti, risvegliamoci dal torpore
e cominciamo a dirci che i mari non sono nostri,
che le nuvole non le abbiamo comprate
e l’azzurro del cielo è un prestito
e forse qualcosa turberà le nostre coscienze
che adesso devono uscire allo scoperto
e dichiarare il fallimento.
E allora la quarantena sia il lavaggio
che occorreva attuare da molto tempo;
sia la misura che resta dopo l’immersione
nella danza frenetica della morte
subita come se avessimo colpe.
Quando tutto sarà ritornato a splendere
non dirmi che non resterai male
se al tavolo del bar non siederà nessuno
di quelli di prima.
Tu dirai subito
che hanno perduto la strada.
Io so che la vecchia strada
è stata cancellata per sempre.
1° marzo 2020
Di fronte a un nemico insidioso e ubiquo deve levarsi il canto di vita dei poeti e di tutti gli esseri viventi, ciascuno con la sua voce. La poesia di Dante Maffia è un inno corale alla vita, rinnovata dal dolore e dalla paura, lavata dalla quarantena. Il testo procede per immagini rese efficaci dalla sintesi espressiva e dalle articolazioni metaforiche. “Quando tutto sarà tornato a splendere” , è l’augurio del poeta, con la consapevolezza degli errori compiuti si intraprenderà una strada nuova, ma si ricorderanno con tristezza gli amici che non siedono più al bar con noi. (Gabriella Maggio)