L’ULTIMA NOTTE DEL RAIS

(Gabriella Maggio)

                                                  Stefano Santospago interpreta Gheddafi  (Ph Rosellina Garbo)

Il 17 gennaio 2020 è andata in scena  al Teatro Biondo di Palermo la prima nazionale di  “L’ultima notte del rais”, adattamento drammaturgico di Daniele Salvo del romanzo omonimo di Yasmina Khadra, pubblicato da Sellerio  nel 2015. Il vero autore è  il noto  scrittore Mohammed Moulessehoul, ex ufficiale dell’esercito algerino, che per motivi di opportunità usa come pseudonimo il nome della moglie Yasmina Khadra. «Sono Muammar Gheddafi. Sono colui per mezzo del quale arriva la salvezza»  con queste parole si apre la scena che propone le ultime ore del dittatore, assediato a Sirte. Gheddafi viene rappresentato come tutti i capi che, perso il comando, annaspano tra ricordi, crudeltà, atti di solidarietà, sogni di onnipotenza e consapevolezza di essere ormai nulla. Lui beduino ha cercato il potere assoluto, ha voluto il riscatto di un popolo che oggi lo ripudia e lo vuole morto. E nelle ultime ore si rende conto che non può tornare indietro nella tenda beduina tra le dune, appagato dalla contemplazione del deserto, e non è più il capo circondato dallo sfarzo e dai cortigiani. È nulla, solo il bersaglio di uomini inferociti, che lo tortureranno prima di ucciderlo, ma  di cui si è sentito l’incarnazione. «L’ultima notte del Rais – spiega il regista Daniele Salvo – è una moderna tragedia, la tragedia di un uomo che ci mostra i suoi traumi infantili, la sua sensibilità, la sua umanità, la sua fragilità, le sue paure e le sue ansie per poi sorprenderci d’improvviso con le sue perversioni, la sua sete di potere, il suo irrimediabile desiderio di autocelebrazione». Convinta  l’interpretazione di Stefano Santospago  che ha proposto un Gheddafi  fisicamente somigliante, complesso e imprevedibile nelle reazioni. Apprezzabili anche Carlo Valli, Gianluigi Fogacci, Riccardo Zini, Roberto Burgio, Alessandro Romano, Marcello Montalto nei diversi ruoli.  Un grande apporto alla drammaturgia hanno dato le videoproiezioni dello studio torinese Indyca, la scenografia di Michele Ciacciofera, le luci di Nino Annaloro, le musiche di Marco Podda . Lo spettacolo prodotto dal Teatro Biondo è stato applaudito, anche per l’attualità del tema affrontato.

 

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