L’AURORA BOREALIS

(Carla Amirante)

   Chi ha avuto la fortuna, in occasione di un viaggio per turismo o per studio, di vedere una aurora boreale, non potrà mai più dimenticare lo spettacolo unico e di straordinaria bellezza che essa è in grado di offrire. Ognuna di queste manifestazioni luminose dell’atmosfera è veramente unica, in quanto ogni volta muta di aspetto e colore: talora si presenta con tre strisce verdi nel mezzo di un cielo notturno, altre volte prende la forma di una tenda, o ancora appare simile a lingue di fumo che si avvolgono su se stesse; il  colore del fenomeno può essere ora di un verde luminoso con le estremità tinte di rosa, ora invece di un viola intenso nel centro, ora a forma di arco multicolore striato di rosso, verde e azzurro. Inoltre, se nel cielo c’è molta attività elettrica, l’aurora boreale esplode improvvisa per un minuto o due in forma di corona e subito dopo sparisce rapidamente sì che tutto finisce in un meno di un istante. Il Sole è all’origine della formazione dell’aurora boreale, detta anche astrale o polare; la stella madre del nostro sistema solare, durante le sue grosse esplosioni ed eruzioni, emette nello spazio enormi quantità di particelle, cariche di protoni ed elettroni, e queste, portate dal vento solare, quando giungono nel campo magnetico terrestre, vengono attirate in circolo verso il Polo Nord, dove interagiscono con gli strati superiori dell’atmosfera. L’energia, che viene sprigionata a circa 100 chilometri al di sopra della Terra, nell’impatto con la ionosfera terrestre dà luogo all’aurora boreale.

 

Il sorprendente spettacolo dell’aurora boreale è chiamato dai Sami (Lapponi) con  diversi nomi, uno di questi è Guovssahas, che significa “la luce che può essere ascoltata”, quindi da questo popolo indigeno della Norvegia la manifestazione astrale è per tradizione  associata al suono. Inoltre essa ha dato origine a leggende,  come quella, di epoca vichinga, in cui l’aurora boreale, con la sua luce tremolante, era creduta essere l’armatura delle valchirie. Ma essa è stata pure vista come un simbolo celeste e, come tale, dipinta sui tamburi usati duranti i riti sacri dagli sciamani delle popolazioni nordiche del posto. A volte, durante l’apparizione di un’aurora, si possono udire suoni simili a sibili, sono i suoni elettrofonici, la cui origine non è ancora chiara, ma si pensa che essi siano generati dalla perturbazione del campo magnetico terrestre per una più intensa ionizzazione dell’atmosfera dovuta alle particelle solari. Nell’agosto del 1859 vennero avvistate alcune aurore boreali in una vasta area del territorio americano, e nello stesso istante la strumentazione dei centri scientifici del resto del mondo subì forti variazioni e correnti spurie si formarono nelle linee telegrafiche. L’astronomo inglese Richard Christopher Carrington, che stava osservando il sole, si accorse che su di esso si erano formate delle macchie solari di dimensioni insolitamente grandi, dalle quali uscivano lampi di luce biancastra, notò pure che dopo poche ore dalla loro formazione erano apparse delle nuove aurore di grande intensità. II fenomeno boreale avvenuto in quell’anno fu ricordato come la “Grande Aurora” del 1859, e servì a comprendere meglio l’attività perturbativa solare, mentre le precedenti teorie che attribuivano la formazione delle aurore boreali ai lampi d’alta quota, o alla luce riflessa degli iceberg non furono più ritenute valide. Tempeste di tale intensità si verificano all’incirca ogni 500 anni, una tra le ultima, ma di intensità minore pari alla metà di quella del 1859, ha avuto luogo nel 1960 ed anch’essa ha provocato interruzioni radio in tutto il pianeta, mettendo così in allarme gli esperti del settore, i quali hanno ipotizzato che una eventuale supertempesta potrebbe causare danni equiparabili a quelli di un grande terremoto. Studiando l’attività magnetica solare, essi hanno visto che la formazione delle macchie solari subisce una variazione ciclica ogni undici anni e, durante questi ultimi anni, hanno rilevati circa 21000 brillamenti e 13000 nubi di plasma fuoriusciti dalla superficie solare. Stabilito nel mese di gennaio del 2008 l’inizia di un nuovo ciclo,  nei prossimi anni ci si aspetta,  con molta probabilità, un incremento di attività da parte del Sole.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il nostro sito web utilizza i cookie per assicurarti la migliore esperienza di navigazione. Per maggiori informazioni sui cookie e su come controllarne l abilitazione sul browser accedi alla nostra Cookie Policy.

Cookie Policy