UNIONE FEMMINILE NAZIONALE

(Irina Tuzzolino)

Anna Fraentzel Celli, Ersilia Majno, Elisa Boschetti e Pellegrina Pirani

L’Unione Femminile è stata fondata a Milano nel 1899 da un gruppo di donne diverse per estrazione sociale e formazione culturale, tra le quali E. Majno Bronzini, moglie dell’avvocato e deputato socialista L. Majno, e la poetessa A. Negri, per porre le basi per l’emancipazione femminile.  Il manifesto programmatico fu firmato da Jole Bersellini Bellini, la poetessa Ada Negri Garlanda, Antonietta Pisa Rizzi, Silvia Pojaghi Taccani, Carolina Ponzio, Costanza  Rignano Sullam detta Nina, Elly Carus, Irma Melany Scodnik, Nina Ottolenghi Levi, Adele Riva. L’Unione si diffuse rapidamente in tutta Italia, diventando nazionale, con un proprio progetto politico caratterizzato dall’impegno pratico per la salvaguardia delle donne lavoratrici  e per l’affermazione del valore sociale della maternità. Fin dal primo anno, l’ attività dell’Unione  si articolò su varie problematiche: dalla lotta contro la prostituzione di Stato a quella per il diritto di voto, alla costituzione di strutture educative, di assistenza ed auto-formazione per donne di ogni età. Facevano parte dei fondatori anche alcuni uomini, fra cui il pittore ferrarese Giuseppe Mentessi – uno dei firmatari, che avrà una parte importante nei primi progetti sostenuti dall’Unione -, il giurista e cultore di diritto internazionale Gaetano Meale, che si firmava con lo pseudonimo di “Umano”, e il banchiere Alberto Vonwiller, vedovo di Edwige Gessner, forse tra le prime ideatrici del progetto. L’ispirazione  politica  dell’Unione  era vicina al  Partito Socialista. Nel maggio 1908 l’UFN organizzò a Milano il Primo congresso nazionale, in cui  si proposero : il divorzio, l’abolizione dell’insegnamento della religione nella scuola pubblica, il diritto  delle donne alla parità sul lavoro,  l’istituzione delle Casse di maternità fondate su base mutualistica, finalizzate a dare sostegno economico alle lavoratrici madri nel periodo precedente e successivo al parto, non coperto da alcuna forma di retribuzione. Nel 1911 le socie dell’Unione acquistarono nel centro di Milano un grande palazzo per farne la loro sede, che dotarono di una ricca biblioteca comune, sale per riunioni, una pista di pattinaggio per i bambini, un dormitorio, un grande spazio utilizzato per recite, concerti, convegni.

 L’attività quotidiana dell’Unione femminile si svolgeva soprattutto nell’ufficio di consulenza legale e burocratica, rivolto in particolare alle donne, ma aperto anche agli uomini; nei consultori pediatrici; nella scuola di disegno professionale per le bambine che lavoravano nelle botteghe di modisteria ; nelle scuole di “preparazione sociale” per ragazze di media cultura; nella Cassa di maternità per le lavoratrici in puerperio. La Prima guerra mondiale vide l’Unione impegnata a favore dei combattenti e delle loro famiglie. L’avvento del fascismo costrinse l’ente a ridurre la propria presenza politica, anche se l’istituzione riuscì a mantenere l’impegno sociale a favore delle madri lavoratrici e della legalizzazione dei contratti di lavoro delle domestiche. Nel 1938, in seguito alle leggi razziali, il regime fascista decretò lo scioglimento dell’Unione a causa della presenza di varie socie di estrazione ebraica, le quali avevano trovato nell’Unione la sede per continuare il loro impegno politico – sociale. Nel 1948 l’associazione fu ricostituita e riprese immediatamente la propria attività Attualmente l’Unione femminile opera nel solco della sua tradizione, disponendo di servizi quali lo Sportello famiglia, che offre assistenza legale gratuita rivolta a donne e uomini in difficoltà e il Centro di documentazione, costituito da una biblioteca multimediale specializzata sui temi della storia, dell’identità e della condizione femminile.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il nostro sito web utilizza i cookie per assicurarti la migliore esperienza di navigazione. Per maggiori informazioni sui cookie e su come controllarne l abilitazione sul browser accedi alla nostra Cookie Policy.

Cookie Policy