ESERCITI E PASTORALE
(Daniela Crispo)
Le grandi esplorazioni geografiche realizzate tra XVI e XVII sec. hanno posto all’Europa molti quesiti e problemi, tra i quali quello dell’evangelizzazione dei nativi. Ne furono protagonisti i più consolidati e importanti Ordini Religiosi come quello Francescano e Domenicano, ma si distinse presto anche quello della Compagnia di Gesù di più recente formazione. La Compagnia era nata infatti nell’ambito del clima creato dal Concilio di Trento, e presto si distinse per il rigore ascetico, la dedizione alla sua mission e la velocità d’intervento. La conquista dei territori procedeva sempre parallela all’evangelizzazione. Ma la Compagnia fece anche di più, rendendo nota la sua attività missionaria attraverso una capillare descrizione della propria opera nelle vaste e sconosciute regioni da poco giunte alla ribalta della storia occidentale. Fu il padre Daniello Bartoli a ricevere dal Generale dell’ ordine il compito di narrare le gesta della Compagnia nelle nuove terre, sebbene non si fosse mai allontanato dall’Italia. Compose perciò l’Istoria della compagnia di Gesù, un’opera intessuta di minute descrizioni e di grandiosi affreschi, che ricordavano i modi della pittura del tempo in uno stile ricco, tante volte molto criticato nelle successive epoche storiche. Ma la ricchezza a volte virtuosistica dello stile dell’opera nasceva in lui dallo sforzo di comunicare la varia bellezza della natura in cui Bartoli vedeva riflettersi l’ottimistica visione dell’opera armoniosa della provvidenza. Il vario spettacolo dei paesi, dei popoli e dei loro costumi si prestava anche ad utili e ingegnosi ammaestramenti per tutti. Questo oggi riscatta il virtuosismo artistico.