QUARANTUNESIMA EDIZIONE DELL’EFEBO D’ORO
(Gabriella Maggio)
Dal 13 al 19 ottobre 2019 al cinema De Seta ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo si è svolta la quarantunesima edizione dell’Efebo d’oro, premio internazionale di cinema e narrativa, presieduto da Egle Palazzolo. Per una settimana si sono succedute proiezioni di opere prime e dibattiti con i registri. Due sezioni sono state rivolte ai giovani : Efebo Education Schools rivolto alle scuole superiori ed Efebo Education Kids per i bambini dai 6 anni in su. Un’ampia rassegna di film è stata dedicata alla Star della manifestazione il regista turco Fatih Akin , che ha ricevuto il Premio alla carriera all’inizio della manifestazione, sabato 13 ottobre, dal sindaco della città Leoluca Orlando.
Fatih Akin , quinto da sinistra
Al regista canadese Mike Hoolboom è stato assegnato il Premio Nuovi Linguaggi-Città di Palermo “Per la sua capacità di smantellare ogni attribuzione meccanica di significato e scandagliare gli abissi dell’interiorità umana. Mike Hoolboom manipola materiale d’archivio e frammenti simbolici della cultura audiovisiva facendoli confluire con intensità straordinaria nel rivolo più intimo delle proprie vicissitudini autobiografiche per riscoprire la dimensione materiale e corporea del cinema, luogo di contrasti, spazio, reale e virtuale, in cui lo spettatore può immaginare nuove forme di connessione interpersonale”. A conclusione della rassegna l’Efebo d’oro è stato assegnato dalla giuria al film Once Upon a River di Haroula Rose con la motivazione: “Una creatività quella della Rose, che naturalmente attinge da esperienze generazionali ma che nel corso del film assume mature valenze, lascia comprendere come al film, come per suo verso al romanzo, giovani e meno giovani, abbiano risposto con commossa convinzione”. “Once Upon a River “ opera prima della regista statunitense è tratto dal romanzo omonimo di Bonnie Jo Campbell, ma è un’enciclopedia della cultura della Rose perché contiene riferimenti a film e opere letterarie che certamente l’hanno segnata. Come è stato detto da alcuni, il film ha il ritmo essenziale ed asciutto di una ballata country che racconta la storia di Margo Crane , una ragazza di origine indiana che abita sulla riva del fiume Stark nel Michigan. Margo vive col padre che le ha insegnato a conoscere la natura, a cacciare e pescare. Sulla loro vita incombe la presenza della madre, fuggita via tempo prima. Sedotta dallo zio, Margo si vendica uccidendolo col fucile, ma muore anche il padre , ucciso a sua volta da un nipote. La ragazza comincia così la ricerca della madre, che incontra fugacemente restandone profondamente delusa, ma non riesce ad allontanarsi dal fiume, dove incontra un giovane nativo come lei con cui allaccia un breve, ma intenso rapporto ed il vecchio e malato Smoke , che l’aiuterà ad accettare la vita e il figlio che aspetta. Ma la soluzione pacificante la dà proprio il fiume con le sue acque benevole e salvifiche . Accoglienti come una madre. Poetica la fotografia di Charlotte Hornsby, che contribuisce all’incanto di questa bella favola.