PIRATI E CORSARI
(Fiorella Vergano)
Oggi corsaro, dal latino medievale “cursarius”, dal verbo currĕre, correre, è considerato sinonimo di pirata, che a sua volta viene dal greco πειράτης dal verbo πειράω, provare, tentare. Nel passato i due termini indicavano due forme di rapina diverse, autorizzata da uno stato l’una, privata l’altra. Molto più antichi i pirati le cui notizie risalgono all’antichità greco-romana. Più recenti i corsari che hanno operato tra il ‘500 e l’800, depredando su autorizzazione e a beneficio di uno stato, come fece Francis Drake,che per ordine della regina Elisabetta I combattè contro gli Spagnoli, assalendone le colonie e disturbandone i commerci. E a sua volta la Spagna che tra i suoi corsari ebbe il celebre Amaro Pargo che ricevette la Lettera da corsa dal re di Spagna Carlo II. Le azioni corsare rispondevano a principi e a norme rispettati , che regolavano gli eventuali contenziosi. Determinante ancora una volta è stata la tecnologia, l’uso di vele leggere. Corsari e pirati usavano navi agili nelle manovre e veloci per inseguire e sfuggire alla cattura. Il teatro delle operazioni dei corsari è stato inizialmente il Mediterraneo, al tramonto della potenza veneziana, dove Algeri e Malta erano nel ‘500 i centri rispettivamente islamico e cristiano, successivamente si estese agli oceani. I pirati esistono ancora e incrociano nei mari dell’Asia, dell’America del sud e dell’Europa dell’est. Prevalentemente rubano petrolio, dirottando le navi cisterna e prendendo in ostaggio gli equipaggi , per i quali poi chiedono forti riscatti.