PITAGORA IERI E OGGI

(Gabriella Maggio)

La figura di Pitagora nella  tradizione è quella  di un profeta –mago, che ha ricevuto da Temistoclea, sacerdotessa di Delfi, una sapienza misteriosa. Nasce a Samo  forse nel 571-570 a. C. , si trasferisce nella Magna Grecia  intorno al 532-31, a Crotone fonda una scuola aristocratica con finalità religiose e politiche. Nel pensiero pitagorico il mondo è un ordinamento geometrico esprimibile in numeri e pertanto interamente misurabile, dal moto degli astri al ciclo della vegetazione. Quest’ordine dà al mondo unità e armonia.   Il corpo è considerato come una prigione dell’anima e la vita corporea  come una punizione, perciò la filosofia è la via per liberare l’anima dal corpo, via che esige da un lato l’acquisizione della sapienza attraverso la conoscenza scientifica  e dall’altro riti purificatori ed un’alimentazione vegetariana. Il ciclo delle rinascite in altri corpi, la metempsicosi, fa espiare il male fino alla completa purificazione.  Quando nelle città greche dell’Italia meridionale si determina  un movimento democratico che distrugge le istituzioni  aristocratiche fondate dai Pitagorici, questi sono massacrati o costretti a fuggire e le sedi delle loro scuole vengono  incendiate. Allora si ha notizia di filosofi pitagorici al di fuori della Magna Grecia. Di Pitagora non ci sono arrivate opere scritte, ma soltanto testimonianze di alcuni discepoli tramandate da altri filosofi pitagorici come  Filolao, Timeo di Locri, Archita di Taranto.  Questa  tradizione pitagorica  orale è confluita in un’opera denominata “I versi d’oro” che  alcuni attribuiscono ad un discepolo, Liside, scampato  alla distruzione della scuola di Crotone. Si tratta di precetti morali ispirati al principio della métriotes, della moderazione e all’ideale dell’armonia e della concordia  con la natura,  tesi a sacralizzare ogni aspetto della vita quotidiana, rivolti ad un pubblico ristretto di iniziati che si impegnavano a rispettare le norme non in nome di una esteriore obbedienza, ma per un’intima adesione interiore. Tracce di pitagorismo si trovano nel pensiero di  diversi filosofi, come per esempio Platone, ma anche di poeti  come Virgilio, che  nel VI libro dell’Eneide  fa propria la teoria della metempsicosi quando il padre Anchise gli addita le anime che si incarneranno nei condottieri di Roma.  Alla fine del I sec. a. C. a Roma fiorisce  una scuola filosofica fondata da Quinto Sestio che si richiama anche a concetti  pitagorici come la metempsicosi e l’astensione dalla carne. L’influenza pitagorica continua nei secoli fino a noi variamente intrecciata a sistemi filosofici e precetti religiosi. Un’eco se ne coglie persino nei regimi salutistici odierni che escludono il consumo di carni, prive ormai  di prospettive salvifiche. Eminenti studiosi hanno compulsato le testimonianze antiche e recenti sul pitagorismo come Carmelo Fucarino in un’opera di prossima pubblicazione “ Pitagora e l’astensione dagli esseri viventi” . L’originario aspetto iniziatico del pitagorismo è praticato dagli adepti della Massoneria come testimonia il libro di ni.bar “L’iniziazione nei Versi d’oro di Pitagora e nel Commento di Ierocle” ed. Bastogi Libri. Il Lions Club Palermo dei Vespri ha recentemente affrontato il tema del pitagorismo in un recente interessante  caminetto a cui hanno preso parte Carmelo Fucarino e Ninni Barresi.

 

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