PER FRANCO ZEFFIRELLI

(Gabriella Maggio)

Ha sempre guardato avanti Franco Zeffirelli e progettava ancora a 96 anni  un Rigoletto per la Royal Opera House di Muscat, che avrebbe debuttato il 17 settembre 2020. Dopo una lunga malattia si è spento nella sua casa romana sull’Appia Antica. Cresciuto, non senza difficoltà  per la morte dei genitori, a Firenze, dove era nato, ritrova la figura paterna nel suo istitutore, Giorgio La Pira. Dopo avere frequentato l’Istituto delle Belle Arti , l’incontro decisivo con Luchino Visconti gli apre la via del cinema, dove ha lasciato un segno inimitabile nell’affrescare grandi storie nelle quali l’amore è protagonista in ogni suo aspetto. In tutte le sue  regie anche teatrali e di opere liriche ha mostrato una forte tensione per realizzare la  bellezza italiana classica, in modo sontuoso e talvolta sfarzoso, che qualcuno ha definito rinascimentale. Tuttavia  è sempre rimasto legato alla concretezza  dei suoi inizi neorealisti nell’ambientazione e nei costumi curati  con attenzione al dettaglio storico. È stato due volte candidato all’Oscar, come regista per Romeo e Giulietta e come scenografo per La Traviata. Ha invece ricevuto il  David di Donatello per Giulietta e Romeo e Fratello Sole Sorella Luna, Amleto. Spesso si è sentito trascurato dalla critica italiana, ha però compensato con i riconoscimenti stranieri. La regina Elisabetta l’ha nominato Sir per la sua profonda interpretazione  delle opere di William Shakespeare. È stato anche senatore nelle fila di Forza Italia nel 1994. La  cultura  italiana perde senza dubbio  un significativo ed interessante rappresentante, un suo ambasciatore nel mondo.

 

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