ROBINSON CRUSOE
(Gabriella Maggio)
Il 25 aprile 1719 Daniel Defoe pubblica a Londra “The Life and Strange Surprising Adventures of Robinson Crusoe” ,“La vita e Ile avventure di Robinson Crusoe”, dando una svolta moderna al romanzo del ‘700, perché sostituisce alle peripezie degli eroi quelle di un uomo reale. Da un fatto realmente accaduto Defoe trae con stile asciutto da giornalista un esempio di uomo, naufrago su un’isola, che con determinazione e metodo ricostruisce dignitose condizioni di vita. Il romanzo interpreta il senso settecentesco della vita fondata sull’esperienza e sull’utilità. Dice infatti Robinson, che racconta la sua storia in prima persona:” Impiegando fatica, perseveranza e ingegnosità, trovai alla fine che potevo fabbricarmi tutto ciò di cui avevo bisogno..” La sua sicurezza è fondata sulla coscienza pensante che rende l’esperienza una continua scoperta, il suo successo è la vittoria dell’uomo sulla natura. L’incontro con l’indigeno Venerdì e l’impegno di Robinson a civilizzarlo costituisce una legittimazione del colonialismo fondato sulla missione civilizzatrice della civiltà europea nei confronti degli altri popoli. Perciò Robinson è considerato un simbolo dei processi associati al sorgere dell’individualismo economico, che porta con sé una svalutazione di altri modi di pensiero, di sentimenti, di azioni e delle varie forme di successo e felicità individuali che non hanno una ricaduta economica.