LE GEMME DELLA MEMORIA
(Daniela Crispo)
Nel XIII sec. Sadid al-DinMuhammad’Awfi compone Le gemme della memoria una raccolta di racconti e aneddoti, di cui sono protagonisti personaggi noti e ignoti, che riuniscono e trasmettono in maniera concreta, attraverso la finzione narrativa dell’exemplum , il sapere dell’epoca sull’uomo e sull’universo. Eccone uno che ha per protagonisti tre animali : Nei libri dei sapienti è scritto che un tempo, in un’amena terra di pascoli, pacifica di fiori e di boccioli, viveva un leone feroce e sanguinario. Al suo servizio aveva un lupo e una volpe che si nutrivano dei resti delle sue vittime. Un giorno, catturata una preda, il leone ordinò al lupo di dividerne le carni fra loro. Il lupo fece tre parti uguali: una per il leone, una per la volpe e una per sé. Quando il leone si avvide di quella suddivisione, fece cadere ai propri piedi la testa del lupo, senza pietà. Dopodiché disse alla volpe di dividere la preda fra loro due, e quella mise tutto quanto di fronte a lui. Il leone fu sorpreso da tanta cortesia e le chiese: «O volpe, da chi hai imparato queste buone maniere?» La volpe rispose: «Dalla testa di quel lupo». L’opera è destinata ai principi turchi mamluk che governavano ampie zone dell’Asia, al cui servizio si trova Awfi come letterato di corte a cui è dato viaggiare per entrare in contatto con i dotti del tempo, da cui trae buona parte del sapere su cui si fonda la sua opera. Le gemme sono un capolavoro della cultura indo-persiana e un esempio di cosmopolitismo complessivamente tollerante. I numerosissimi personaggi rappresentano tutti i vizi e le virtù dell’uomo e si esprimono secondo la loro condizione. L’opera è di recente pubblicata da Einaudi a cura di Stefano Pellò.