CETTI CURFINO
Romanzo di Massimo Maugeri ed. La nave di Teseo
(Gabriella Maggio)
Andrea Coriano, protagonista del romanzo, è un trentenne giornalista free lance che stenta ad affermarsi perché ancora non ha trovato la storia da raccontare. Intanto vivacchia in casa della zia Miriam che l’ha amorevolmente accolto sin dalla nascita, assumendo il ruolo della madre morta di parto. La sua vita scorre monotona, scandita dalle modalità di gestione della casa amorevolmente imposte dalla zia, che, sebbene accettate, lo avviliscono, finchè non s’imbatte nella storia a lungo cercata, quella di Cetti Curfino, rea confessa di un grave delitto, adesso in carcere. La storia ha avuto una immediata eco mediatica, ma poi è stata dimenticata. Andrea decide di incontrare la donna in carcere, di parlare con lei per portare alla luce quello che ancora non è stato rivelato, l’elemento di mistero, l’enigma che si nasconde dietro al crimine. Dal primo incontro Andrea resta affascinato non soltanto dalla bellezza sfolgorante della quarantenne, ma dall’incanto ferale che emana. Cetti potrebbe essere una donna fatale, ma le manca la consapevole perversione del ruolo, perchè al contrario lei cerca di sminuire ed occultare la sua bellezza, di cui conosce il pericolo. Ha fatto esperienza di quanto sia difficile mantenersi salda su onesti principi. Cetti, facciamo le cose regolari, Cetti, che chi non le fa poi la piglia in quel posto, le diceva sempre il marito prima che morisse. Ma non è facile per Andrea portare avanti il progetto del libro anche se condiviso da Cetti, perché La donna è il negro del mondo….è la schiava degli schiavi dice J. Lennon in Woman is the Nigger of the world, canzone citata nell’esergo del libro ed indicata dall’autore come colonna sonora del romanzo. La narrazione scorre fluida lungo i trentasette capitoli che alternano la lingua italiana di Andrea e zia Miriam ed altri personaggi al dialetto siciliano, che aspira ad una italianizzazione precaria e scorretta, usato da Cetti nel suo inconsapevole percorso di autoanalisi nelle lettere scritte al commissario Ramotta per racconta tutta la sua storia. Cetti si fa scudo delle sue esperienze per migliorarsi, per uscire al più presto dal carcere, attuando una condotta irreprensibile, per imparare ad esprimersi correttamente con la speranza di riabbracciare il figlio e costruirsi una vita migliore. In questa sua scelta è autentica e determinata. La storia di Cetti, che come s’intuisce da un solo indizio è ambientata a Catania, viene contestualizzata in temi di forte attualità, quali la condizione femminile, la situazione carceraria, la difficoltà dei giovani a trovare una condizione economica adeguata, la delinquenza, il lavoro in nero. La lotta della donna per trovare uno spazio vitale in una società maschilista appare ancora lontana dal successo, ma è guardata con interesse dallo scrittore che con chiarezza esprime il suo sostegno. La storia di Cetti ha già attratto Maugeri che l’ha raccontata in “Ratpus”, pubblicato nella raccolta “Viaggio all’alba del millennio” edita da Perdisa; ma la ripresa in forma di romanzo matura quando il regista Manuel Giliberti traspone il testo in un monologo interpretato da Carmelinda Gentile. Si può cogliere un una linea di continuità del romanzo Cetti Curfino con la precedente prova narrativa di Maugeri Trinacria Park, edita da e/o nel 2013 nella tema siciliano, lì affrontato in maniera esplicita dal punto di vista dell’immobilismo dell’isola : E vui, biddizza mia, durmiti ancora, canzone siciliana che fa da colonna sonora alla narrazione; mentre in Cetti Curfino la Sicilia appare in maniera più sfumata ,non soltanto per la focalizzazione su un personaggio, ma per una volontà di dare alla storia un significato più ampio in cui ogni lettore può riconoscersi.