LE RANE
(Gabriella Maggio)
Ph. Franca Centaro
Fino al 4 novembre 2018 al Teatro Biondo di Palermo Salvo Ficarra e Valentino Picone interpretano Le rane di Aristofane per la regia di Giorgio Barberio Corsetti. La commedia già rappresentata con successo al Teatro Greco di Siracusa narra di Dioniso che, travestito da Eracle, insieme al servo Santia scende nell’Ade per ricondurre in vita Euripide. Presso l’Acheronte si scontra con le rane, da cui il titolo, che magnificano la loro felice ed eterna esistenza. L’oltretomba è una copia divertente della vita quotidiana con i suoi rabbuffi e viltà. Da poco è scoppiata una contesa tra Eschilo ed Euripide che si contendono il titolo di miglior poeta tragico. Il ruolo di arbitro è affidato a Dioniso., che assegna la palma a Eschilo perchè incarna i valori del passato, mentre Euripide appare responsabile della corruzione presente. La tenzone tragica si fonda esclusivamente sulle ragioni dell’arte, che, secondo Aristofane, deve avere una funzione etica e politica. La coppia Ficarra e Picone interpreta i rispettivi ruoli, Dioniso e Santia, secondo le proprie possibilità , quelle di una comicità ristretta alla battuta ed al gesto facili che strappano l’applauso immediato. Sono trascurate tutte le risonanze colte da Aristofane nell’Atene del suo tempo, il V sec., stremata dalla guerra del Peloponneso. La percezione della fine della grandezza ateniese stende un velo di tristezza sulla vicenda che solo attraverso l’espediente dell’oltretomba viene esorcizzato dalla risata. La meta stessa del viaggio implica la rinuncia a confidare in uno sbocco positivo della situazione. È proprio questo rovescio oscuro della risata che manca ai due interpreti. Va perciò in scena un Aristofane dimezzato e decontestualizzato. Sul pubblico prevale in generale la fama degli attori più che la considerazione della loro performance aristofanesca e l’applauso è garantito. L’opera, prodotta dall’INDA è stata riallestita dal Teatro Biondo di Palermo, il Teatro Stabile di Napoli, il Teatro Nazionale Fattore K. Senza slanci la scenografia di M. Troncanetti, le luci di M. Giusti, e i costumi di Fr. Esposito, come l’interpretazione degli altri attori e cantanti.